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Cronache
Diventare un compost dopo la morte. La nuova moda che fa impazzire gli USA

Vuoi diventare compost dopo la morte? Lo Stato di New York legalizza questa possibilità. La Chiesa cattolica è contraria: “I corpi umani non sono rifiuti domestici”

Negli Stati Uniti la moda del momento è farsi "compostare" dopo la morte, cioè diventare un vero e proprio compost, materiale organico buono per la terra e la flora come il terriccio che compriamo nei supermercati specializzati. Un processo che presto diventerà in voga anche in Europa, chissà in Italia e che incontra le esigenze di sepoltura alternativa di chi è ecologico e ritiene fondamentale il rispetto dell'ambiente. Come spiega il World Economic Forum, siamo troppi sulla terra e quindi non è poi così male una soluzione del genere.

Sabato il governatore di New York, Kathy Hochu, esponente del Partito Democratico, ha reso legale la riduzione organica naturale di chi ne fa richiesta, popolarmente nota come compostaggio umano.

Quello di New York è il sesto Stato USA a praticare la ricetta. Washington l’ha legalizzata nel 2019, seguita dal Colorado e Oregon nel 2021, poi nel 2022 sono arrivati il Vermont e la California.

Chi in vita ha scelto questa strada non verrà da morto semplicemente gettato nel cumulo di compost. I resti devono essere consegnati a un ente cimiteriale certificato come impianto di riduzione organica. Il corpo del defunto viene posto in un recipiente riutilizzabile insieme a materiale vegetale come trucioli di legno, erba medica e paglia. Il mix organico crea l'habitat perfetto per i microbi presenti in natura che svolgeranno il proprio lavoro di abbattimento del corpo in modo rapido ed efficiente in circa un mese. Alla fine del processo, ha spiegato anche The Guardian, “viene prodotta una iarda cubica ammucchiata di terreno denso di nutrienti, equivalente a 36 sacchi di terreno che può poi essere utilizzato come fertilizzante”.

Diventare un fertilizzante è il sogno di tanti appassionati. I fautori di quella che viene anche chiamata “terramizzazione” affermano che il processo è economico oltre che ambientale, con il corpo che si trasforma in qualcosa di utile.

"Per molte persone essere trasformate in terra e servire a crescere un giardino o un albero ha un impatto notevole", ha spiegato all'Associated Press Katrina Spade, la fondatrice di Recompose, un'impresa di pompe funebri verde a Seattle che offre compostaggio umano.

“Consentiamo già la dispersione delle ceneri dopo la cremazione. Perché non questo?”. E’ uno dei commenti tipo di alcuni lettori sui giornali nazionali USA

La Chiesa cattolica è fermamente contraria al processo: “I corpi umani non sono rifiuti domestici e non crediamo che il processo soddisfi lo standard di trattamento riverente dei nostri resti terreni”. La Conferenza episcopale cattolica dello Stato di New York aveva incoraggiato i fedeli cattolici a fare pressioni sulla Hochul affinché ponesse un veto sul disegno di legge, per non approvare la misura. Hochul si era trovata di fronte a un dilemma essendo un'orgogliosa irlandese-americana che spesso parla di come le sue radici irlandesi e cattoliche abbiano influenzato la sua visione politica.

Premesso che ognuno fa del proprio corpo quello che vuole di certo la pratica non è compatibile con la fede cristiana. La fede in Gesù Cristo, per chi ne ha fatto un minimo pratica o anche solo ascoltato distrattamente la materia, promette la resurrezione della carne non solo dell’anima. Credere nella risurrezione dei morti è stato un elemento essenziale della fede cristiana fin dalle sue origini. Il termine “carne” mostra l’uomo per quello che è: vita, forza ma anche debolezza e mortalità. La “risurrezione della carne” indica che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell'anima immortale, ma che anche dei nostri “corpi mortali”, spiega dottrina. Chi ha fede dovrebbe averla anche in questo.

Ma la resurrezione della carne è secondo molte indagini sociologiche succedutesi nel tempo una delle cose in cui meno credono anche i cristiani italiani. L’uomo però non sa spiegarsi la vita figuriamoci la morte.

Si sa, la fede cristiana è una delle tante tentazioni che la società dei consumi e della produzione in serie dovrà superare. Cosa vogliamo farne poi di chi predicava una società dell’amore, dell’uguaglianza in cui “gli ultimi saranno i primi”. La moda ecologica e il ciclo inarrestabile della produzione e del consumo di massa faranno il resto.

Non a caso anche in queste ore di approvazione dello Stato di New York i giornali USA e del Canada stanno decantando le lodi delle storie individuali di chi sceglie il compostaggio come misura ecologica di morte, con buona pace dei cristiani e dei fertilizzanti tradizionali.

 

 

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