Cronache

Don Minutella il prete eretico dice che il vero Papa è Ratzinger

Giuseppe Vatinno

Eresia e scisma le accuse

 

Don Alessandro Minutella è stato scomunicato “latae sententiae” dalla arcidiocesi di Palermo per eresia e scisma.

La vicenda di Don Minutella ha i toni e le forme di un romanzo medievale, alla Umberto Eco per intenderci e richiama riti ancestrali, con roghi ed inquisizioni.

Affaritaliani si era già occupato dell’ormai ex prete:

http://www.affaritaliani.it/cronache/papa-francesco-scomunica-un-prete-per-ersia-scisma-572351.html

Qualche giorno fa è stato intervista da Sputnik Italia dove ha chiarito le sue ragioni dopo la scomunica formale ricevuta da poco.

Don Minutella (lo continuiamo a chiamare così per comodità) ha una sua teoria e cioè che il vero Papa non è Francesco, ma bensì Benedetto XVI e cita come prova il fatto che Bergoglio per riferirsi a sé non parla mai di “Papa” ma solo di “Vescovo di Roma”.

La scomunica è siglata da due Congregazioni ecclesiastiche, quella del Clero e quella della Dottrina della Fede.

Minutella non è tuttavia un ingenuo o uno sprovveduto come si potrebbe ad un’analisi superficiale pensare. È dotto in teologia e parla disinvoltamente di argomenti ostici come la “teandria” e cioè del mistero del Cristo Dio e Uomo e della rinnovata eresia ariana che Bergoglio porterebbe avanti in un falso spirito conciliare. Altro che “prete da strada” come lui ama definirsi.

Papa Francesco viene accusato di aver perso di vista il “soprannaturale” a scapito del “secolo” e cioè del fare politica e proselitismo religioso in campi come l’ecologismo e il sociale; inoltre lo si accusa di aver rivalutato la figura di Martin Lutero.

La visione di Minutella insomma, come si può intendere, non è delle più avanzate sia in forma che contenuto. È per il ritorno ad una Chiesa del passato, completamente rappresentata, a suo dire, da Papa Benedetto XVI, appunto il “vero Papa” come lo chiama lui, che sarebbe vittima di un “complotto” ordito per impossessarsi della chiesa cattolica. I toni sono millenaristici e di un certo effetto, alla Gioacchino da Fiore, con l’immagine dell’Agnello che compare ritto sul Monte Sion.