Cronache

Dopo Puerto Rico e Venezuela anche per l’Italia due mesi di feste natalizie

Daniele Rosa

Perché non festeggiare la decrescita felice dell’ideologia grillina?

Un suggerimento al Governo e un sincero apprezzamento a Giuseppe Conte che, con coraggio, si è confrontato ieri a Taranto con tutti gli operai del polo dell'acciaio.

 

Così come per il Venezuela e così come Puerto Rico, anche per l’Italia potrebbe essere venuto il momento di fare immediatamente un decreto per permettere agli italiani di festeggiare le feste natalizie per due mesi. Due mesi di luci per nascondere il disastro che qualcuno al Governo fa di tutto per combinare.

Anche in Italia due mesi di feste natalizie

In Venezuela il dittatore Nicolas Maduro, dopo aver creato il petro (la criptmoneta, non un errore di battuta), tolto gli zeri al danaro, pensando di abbassare l’inflazione e tanto altro ha deciso che, subito dopo il ‘Giorno dei Morti’ si sarebbe dovuto festeggiare il Natale con un mese di anticipo.

 

Ha ordinato infatti che dal 1 novembre si inizino le feste natalizie e ogni ministero o governo del paese organizzi a tale proposito una festa.

In questo progetto è sorretto dalla moglie che, senza alcun imbarazzo, ha sentenziato ’ Nessuno vada a togliere l’allegria e la pace. Saranno due mesi di allegria per i bambini’.

E le sue previsioni economiche e sociali fanno ancora più ridere di ‘nel 2020 andremo a rifiorire, non perché m chiamo Flores, ma perché teniamo un popolo e soprattutto un presidente in grado di farlo’.

In fondo che si deve fare in un Paese sotto dittatura, allo sfascio , con due anni di iperinflazione e povertà assoluta dove 5 milioni di venezuelani sono scappati?

Anche in Italia due mesi di feste natalizie

Anche per Puerto Rico si fanno due mesi di feste di Natale, ma lì il discorso è diverso. L’isola allo sfascio economico, distrutta dal devastante uragano Maria, cerca ogni pretesto per rilanciare la più importante entrata economica, il turismo.

Ed allora ben vengano musica, feste, balli, cucina locale per si festeggiare dimenticando che alla ricostruzione totale manca ancora molto, ma cercando di richiamare turisti e far ripartire l’industria nazionale. Quindi ben vengano i ‘Dias de Acciòn de Gracias’, la Noche Buena, la Navidad, Fin de Ano, Reyes in una girandola di musica, spettacoli e gastronomia.

 

Anche qui in Italia si dovrebbero fare due mesi di festa, ma per ragioni ancora diverse.

In fondo perché non festeggiare per due mesi l’inizio della decrescita felice, ideologia della forza di Governo uscita vincente alle ultime elezioni?

 

Che dire: le previsioni di crescita  in Europa ci danno perfettamente ultimi, senza se e senza ma.

 

Stiamo, in maniera scientifica rovinando il sistema industriale del nostro Paese. Arcelor Mittal se ne va ( forse non ama che le si cambino i patti in corso d’opera’), Whirlpool non sembra amare altrettanto il Bel Paese e poi  c’è sempre Alitalia, che vola soltanto perché la sosteniamo da decenni.

Se andrà in porto pure la tassa sulla plastica, anche quel settore si troverà a breve con l’acqua alla gola.

 

In fondo che volete che sia il 7 Paese industrializzato al mondo senza un’industria in loco che produce acciaio per tutta la catena della metallurgia? Uno sfascio.

Meglio così pensare alle palle di Natale colorate.

 

E meno male che nel primo Governo coi grillini c’era la Lega altrimenti ci saremmo dimenticati del TAP, della TAV e pure delle Olimpiadi Invernali ( Torino tra il no alle Olimpiadi e il saluto del Salone dell’auto coi grillini ha fatto filotto).

Anche in Italia due mesi di feste natalizie

Ed allora via con le celebrazioni di Natale per far diventare l’Italia un gran parco giochi ecosistemico, ecoconvertibile, ecofuturistico.

Pure dei soldi e dei salari fra un po’ ci sarà l’eco.

 

Apriamo così i negozi e i centri commerciali per due mesi filati e nascondiamo sotto le luci le preoccupazioni.

Fatto?

 

Nemmeno per sogno perché il nostro Ministro Luigi Di Maio ha più volte manifestato la volontà di non tenere aperte le realtà commerciali, così a capocchia come si fa adesso.

 

Via, chiudiamo i negozi, godiamoci il reddito di cittadinanza ( quelli che ce l’hanno) e andiamo a passare le domeniche in casa sbirciando sulla piattaforma Rousseau o al parco giochi.

Chissà se quello di Taranto verrà già pronto per l’epoca?