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Cronache
Droga e telefonini nel carcere. Uilpa: “Da Nordio nessuna soluzione"
Carlo Nordio e Gennarino De Fazio

Ma chi è la vittima, e chi è il “carnefice” della falle di questo sistema-carcere?

La responsabilità è sicuramente dell’amministrazione penitenziaria, del ministero della Giustizia, del Governo e in generale della politica che mantiene lo status quo. La polizia penitenziaria è in grave sottorganico: 18mila unità, il 50% in meno. Le sembra normale? E non ci sono solo i  problemi di organico, ma anche quelli legati all’organizzazione e alle strutture, sempre più fatiscenti.

Oggi i detenuti sono aperti per tutta la giornata, con una vigilanza molto approssimativa; le condizioni degli edifici non sono congeniali per un certo modello di gestione custodiale. Per non parlare del fatto che mancano le apparecchiature tecnologiche che consentano la videosorveglianza costante. Il ladro fa il ladro, ma è il poliziotto che non fa il poliziotto, perché non è nelle condizioni di poterlo fare.

LEGGI ANCHE: Rivolta nel carcere di Avellino, agenti aggrediti con l'olio bollente: feriti

In tutto ciò dov’è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio?

Proprio il Guardasigilli, rispondendo oggi a un’interrogazione in Senato, ha riferito rivendicandolo come ‘punto d’onore’, che presto attraverso accorgimenti informatici l’Ufficio del Garante nazionale dei detenuti verrà reso edotto in tempo reale dei fatti di particolare rilevanza che si verificheranno all’interno delle carceri.

Ma di cosa stiamo parlando? Ogni giorno chiediamo tavoli di confronto che non solo ci vengono negati, ma che sarebbero anche inutili. Un confronto serve se finalizzato alla ricerca di un obiettivo e di un risultato. E Carlo Nordio invece cosa fa? Anche dopo la rivolta di Avellino, ha detto quali sono i problemi della Polizia penitenziaria. Avevamo bisogno di Carlo Nordio per sapere che cosa c’è che non va? Certamente no, il ministro ha scoperto l’acqua calda.

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