Cronache

Elezioni Csm suppletive, eletti i pm D'Amato e Di Matteo

Il successo elettorale di D’Amato fa capire che Mi si è ricompattata perché in gravissima difficoltà in Consiglio

CSM, ELETTI I PM D'AMATO E DI MATTEO

Sono Antonio D'Amato e Nino Di Matteo i due pm eletti al Consiglio superiore della magistratura. D'Amato, procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere, ha avuto 1460 voti, mentre Di Matteo, pm del processo sulla trattativa Stato-mafia e ora sostituto alla Dna, ne ha ottenuti 1184. D'Amato e Di Matteo sostituiscono a Palazzo dei Marescialli i due togati Antonio Lepre e Luigi Spina, che si sono dimessi dopo lo scandalo che ha travolto il Csm per i fatti emersi dall'inchiesta di Perugia.

Con l'elezione al Csm di Antonio D'Amato e Nino Di Matteo, Magistratura Indipendente - la corrente conservatrice - e Autonomia&Indipendenza - il gruppo di Davigo - vedono aumentare la loro presenza in plenum. I due magistrati eletti oggi in rappresentanza dei pubblici ministeri, e che andranno a ricoprire i posti lasciati vacanti da Antonio Lepre (MI) e da Luigi Spina (Unicost), si sono candidati come indipendenti, ma D'Amato è iscritto al gruppo di MI e Di Matteo è considerato vicino ai 'davighiani'.

Magistratura Indipendente - uscita vincitrice dal voto del 2018, che però, a seguito dello scandalo emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia (in cui compariva anche il nome di Cosimo Ferri, oggi deputato di Italia Viva ma per anni leader di MI), aveva perso ben 3 togati con le dimissioni di Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli - riacquista così un posto in Consiglio e ora conta 3 rappresentanti (oltre a D'Amato, Loredana Miccichè e Paola Braggion).

A&I, invece, che alle elezioni 2018 aveva ottenuto solo 2 posti in plenum con i togati Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, oggi arriva ad avere 5 rappresentanti a Palazzo dei Marescialli: oltre a Di Matteo, ci sono anche Ilaria Pepe e Giuseppe Marra, subentrati ai dimissionari Gianluigi Morlini (Unicost) e Cartoni. Non avanza Area, il gruppo delle toghe progressiste, che resta a 4 rappresentanti in Consiglio (Giuseppe Cascini, Alessandra Dal Moro, Giovanni Zaccaro e Mario Suriano), così come Unicost, che aveva 5 togati al Csm, oggi ridotti a 3 (Michele Ciambellini, Concetta Grillo e Marco Mancinetti) dopo le dimissioni della scorsa estate.

Come scrive Il Fatto Quotidiano, la campagna elettorale segnata dalla corsa dei 13 candidati a chi era
più estraneo non solo al correntismo ma anche alle correnti, ha fatto sì che pure D’Amato, iscritto a Mi
dal 1988, dicesse che la sua era una candidatura “autonoma”. Può darsi che sia partita dalla base, ma di sicuro aveva il sostegno della sua corrente. Per alcune settimane solo della parte di Mi più legata a Claudio
Galoppi, consigliere del Csm fino a luglio 2018 e ora consigliere giuridico della presidente del Senato Elisabetta Casellati. Voci filtrate da Mi, dicevano che D’Amato, per regolamenti interni, non godesse
dell’appoggio del leader ombra della corrente Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa, deputato renziano del Pd ora di Italia Viva, tra i protagonisti dello scandalo nomine, insofferente a un intento, a quanto pare, di Galoppi di scavalcarlo.

Il successo elettorale di D’Amato, che mai ha speso una parola di condanna per quanto accaduto, fa capire che Mi si è ricompattata perché in gravissima difficoltà in Consiglio: fino a ieri era passata da 5 consiglieri a due a causa delle dimissioni forzate dei 3 togati Lepre, Cartoni e Criscuoli che proprio con Ferri, Palamara,
Luca Lotti e i due ex consiglieri di Unicost Spina e Morlini ordivano piani per pilotare la nomina del procuratore di Roma.

Sempre come riporta Il Fatto Quotidiano, anche la parte di Unicost rimasta vicina a Palamara e rappresentata in primo luogo dall’ex consigliere Massimo Forciniti, sembra che almeno in parte abbia virato su D’Amato, per gli ottimi rapporti Palamara-Ferri. In parte, invece, sembra essersi astenuta. Infatti, De Falco, il candidato di Unicost post Palamara, guidata da Mariano Sciacca, non ce l’ha fatta: ha avuto 950 voti. Tanti, se si considera il terremoto politico-giudiziario deflagrato pochissimi mesi fa e partito dall’ex dominus proprio di Unicost.

CSM: ERMINI, 'DOPO LA BUFERA ORA C'E' UN BEL CLIMA"

"Spero che si inizi anche con questi consiglieri che arriveranno una ottima collaborazione, come quella che c'è con gli altri al CSM. C'è un bel clima dopo le bufere che abbiamo avuto nei mesi scorsi". Lo ha detto il vicepresidente del CSM David Ermini, a margine dell'inaugurazione del Tribunale di Marsala (Trapani) alla presenza del ministro Alfonso Bonafede. "Ma siamo stati abbastanza bravi - dice - non abbiamo perso un plenum o una commissione, devo dire grazie a tutti i consiglieri. Oggi ci saranno i due nuovi rappresentanti dei pm, a dicembre ci sarà il nuovo giudice di merito e nel frattempo il nuovo procuratore generale. Prima di Natale avremo il consiglio nella sua interezza".