Cronache

Energia, trasformano l’aria in elettricità. La scoperta è una rivoluzione

di Antonio Amorosi

Australia: scienziati scoprono un enzima che può trasformare l'aria in energia, una potenziale nuova fonte... che può cambiare tutto se ci si investe

La produzione di energia dall'aria risulta oltretutto particolarmente stabile e l'enzima Huc si può immagazzinare a lungo e in condizioni climatiche anche estreme. Si parte con l’utilizzo per alimentare piccoli dispositivi. Ma il risultato sembra entusiasmante.

"Sappiamo da tempo che i batteri possono utilizzare la traccia di idrogeno nell'aria come fonte di energia per aiutarli a crescere e sopravvivere”, ha affermato il professor Greening sul sito dell’università australiana, “anche nei suoli antartici, nei crateri vulcanici e nelle profondità dell'oceano. Ma non sapevamo come hanno fatto, fino ad ora."

I ricercatori che hanno lavorato allo studio hanno estratto l'enzima responsabile dell'utilizzo dell'idrogeno atmosferico da un batterio chiamato Mycobacterium smegmatis. Hanno dimostrato che questo enzima, “Huc”, trasforma il gas idrogeno in una corrente elettrica.

Il dottor Grinter, primo firmatario dello studio ha osservato: "L'Huc è straordinariamente efficiente. A differenza di tutti gli altri enzimi e catalizzatori chimici conosciuti, consuma persino idrogeno al di sotto dei livelli atmosferici, appena lo 0,00005% dell'aria che respiriamo".

La scoperta del suo team nasce da questo batterio, noto dal 1884, che di solito vive nel terreno, non causa alcuna malattia ed è stato relativamente ben studiato. I batteri sono difficili da coltivare. "Abbiamo quindi sviluppato una serie di nuovi metodi per far crescere i batteri, romperli e quindi isolare questo singolo componente", ha riferito.

L’enzima risulta così stabile da potere essere congelato o riscaldato fino a 80 gradi Celsius. Continua lo stesso a conservare la sua capacità di generare energia. Per questo l'enzima è in grado di aiutare i batteri a sopravvivere anche negli ambienti più estremi.

Inoltre, dal momento che i batteri che producono enzimi come l’Huc sono comuni e possono essere coltivati in grandi quantità, vuol dire che potremo avere accesso a una fonte abbondante e sostenibile di energia. Dunque, un obiettivo chiave per il futuro è quello di aumentare la produzione di Huc e “una volta che ne produrremo in quantità sufficienti - sottolinea Grinter - l’unico limite per produrre energia pulita sarà, letteralmente, il cielo”.