Cronache

Eutanasia Legale da votare subito: Referendum strettamente necessario quanto paradossalmente insufficiente perfino per James Bond

L'opinione di Lapo Mazza Fontana

Referendum sulla eutanasia legale, la raccolta firme: ma poi comunque molto dipenderà maneggio politico e del battage pubblicitario.

Mancano non moltissimi giorni alla conclusione della campagna di raccolta firme per il referendum sulla eutanasia legale che gruppi di volontari, è il caso di dire bellissimi, hanno allestito in giro per le città italiane per raggiungere il numero di moduli controfirmati necessari per la approvazione e la successiva messa in opera. 

Diciamolo subito: anche se si raccogliessero milioni di firme poi la partita si giocherebbe comunque sull'accorpamento tra referendum ed elezioni politiche, poiché oltre al deprecabile pesantissimo spreco di denaro pubblico nel convocare una consultazione referendaria a sé stante, evidentemente ci vorrebbe la benedizione di tutti gli dei olimpici e monoteistici per portare la gente a votare su temi certamente strategici, ma magari non soggetti a martellante propaganda di stampa. 

Non si scappa: per ottimo che sia un  referendum questo poi passa o fallisce a seconda del maneggio politico e del battage pubblicitario. Accade anche nei non rari casi di referendum autolesionista: per citare solo l'ultimo risibile e tragicomico caso della truffina targata Jerry Lewis-Crozza-Renzi. Okay, per concepire una vaccata siffatta ci voleva giusto mister SHISH, ma la tempistica suicida risultò all'epoca talmente straordinaria da radere al suolo non solo i quesiti referendari stessi, ma pure il governo modello Bananas/Rignano sull'Arno, swipato via come un profilo da cesso su Tinder. 

Ma ciò detto non faremo qui la ennesima descrizione tecnica né ideologica della radicale differenza tra referendum del menga e referendum salvifici per la nazione, e soprattutto non tratteggeremo miniature descrittive di questo stesso referendum sulla eutanasia legale. È talmente cristallina la ragione di consentire a ciascun cittadino il diritto di non soffrire e quindi di disporre della propria stessa vita che ribadirlo ed enuclearne ulteriori ragioni risulterebbe non solo stucchevole, ma anche esametricamente ozioso per qualsiasi mente dotata di dotazione neuronale superiore all'artropode. Si badi, non negheremo qui la indubbia importanza di spiegare e convincere chi con o senza colpe sia disinformato sulla materia o ancora attinto da legittimi o meno dubbi ed ambasce. 

Tout simplement delegheremo ad altri più pazienti tal compito fausto od infausto che sia. E sia come sia ribadiremo soltanto per i più improvvidi che il referendum che bisogna andare tutti a votare NON è una proposta di legge sulla liberalizzazione dei suicidi dove si vagheggi la distribuzione al popolo di pillole al cianuro modello Adolf Hitler ed Eva Braun nel Führerbunker, tramite lanci di blister da cesti di vimini stracolmi. Stiamo diversamente parlando di adeguare la arretrata normativa italiana a standard europei, segnatamente nordeuropei (ovvero più civilizzati di noi poveri eredi traditori della civiltà romana) nell'ambito della fine dignitosa e caritatevole (nei confronti di noi stessi e degli altri) della vita umana. 

Fin qui la vexata quaestio la diremmo se non esaurita, ché qualche negazionista dell'ovvio si trova sempre, almeno esausta.  

Però ecco che ci sarebbe un'altra molla che ci rimane in mano nel meccanismo cronografico altrimenti oscillante a segnar l'ora esatta. Un quesito piuttosto rognoso, laddove non piuttosto pacifico per chi avesse almeno passato la interrogazione sui presocratici, se non proprio sui neoplatonici. 

Ma veramente soltanto il Führer aveva diritto alla pillola di cianuro per una morte istantanea ed indolore? E Joseph Goebbels con moglie e figli, Heinrich Himmler poco dopo la cattura e Hermann Goering poco prima della esecuzione (e poi forse perfino Ian Fleming, forse presente quei giorni a Berlino molti anni prima di inventare James Bond). I potenti dispongono di privilegi e va bene, ma davvero è accettabile che solo loro possano disporre di sé stessi senza sofferenze eccessive? Solo loro e pochi altri avevano e avrebbero anche oggi diritto e privilegio di disporre della già menzionata pillola? No, decisamente no. Ma dove sta scritto che chi si volesse suicidare debba per forza ricorrere ad espedienti quasi sempre atroci come lanciarsi nel vuoto fino a spaccarsi le ossa o peggio, o anche solo bucarsi la scatola cranica tramite pistola semiautomatica, come lo stesso Hitler poi fece, tanto per esser sicuro di non sbagliare? Insomma, non ci siamo proprio nemmanco vicini, a questa benedetta civilizzazione. 

E pure sarebbe ora di archiviare tali barbarici fenomeni: dagli estremisti del Grand-Guignol alla giapponese come Yukio Mishima, nazionalista esaltato che volle inscenare un seppuku della tradizione dei samurai (una scena decisamente scabrosa, anche in definitiva volgare e per sovramercato assai poco pratica) fino alla più discreta impiccagione alla Condé della depressa star di Hollywood Robin Williams. Ma perché oltre alla sofferenza del dramma di togliersi la vita si dovrebbe sommare anche il dramma intrinseco nel metodo, ad infliggere una doppia punizione a chi avrebbe tutto il diritto e necessità di trovare al contrario un sollievo e una pace? Fino a che punto si può spingere la nostra mancanza di empatia nei confronti delle sofferenze altrui?

Ma insomma chi lo dice che sarebbe poi così disdicevole un bel Bar-Adieu, dove si potesse bersi il proprio Bollinger preferito, tanto per rimanere in tema 007, o magari il nostro più patriottico Franciacorta o Spritz Aperol o Campari... et voilà, CIAO PROPRIO, un ultimo brindisi e si vada a vedere se Dante sta ancora lì dove dicea d'essersi recato anzitempo. Lo ribadiamo: NON è questo il tema referendario in questione, che riguarda aree specifiche e ristrette di intervento. Ma non si faccia dell'ipocrisia eccessiva, poiché nel 2021 dovremmo anche cominciare ad essere pronti per la verità: il principio della autodeterminazione dell'individuo (e della difesa della sua salute, quindi della ricusazione integrale della sua sofferenza, anche a costo della vita, che rappresenta il contrario della sofferenza) è e sarà sempre di più un principio inviolabile ed imperfettibile. E in una società presente e futura che tenti la strada della civiltà diventerà nodale l'abbandono dell'elitarismo estremo e della deificazione del privilegio, persino sul decidere di sé stessi. Deificazione dell'eroe ellenico che vide tutti noi idolatrare il concetto, non a caso bondiano, di "Vivi e lascia morire", quando però il comandante Bond la sua capsula di cianuro la aveva sempre pronta (in teoria), ma soprattutto quello a morire doveva essere qualcun altro, per mano di un suo colpo mortale di karate o della sua Walther PPK, guarda caso la stessa usata da Onkel Adolf. 

Diremmo proprio che non bisogna più scomodare Wagner e la sua Caduta degli dei per farci eventualmente passare dalla altra parte, se mai questa altra parte poi ci fosse. Anzi, probabilmente non è proprio musica del genio di Bayreuth che vorremmo sentire al nostro Bar-Adieu bevendo il nostro presumibile ultimo champagne. Forse piuttosto, ormai finalmente calati definitivamente nella parte che fu di Sean Connery e di Roger Moore, ci garberebbe probabilmente la classica "Nobody does it better" di Carly Simon. 

Ed ecco, e qui avremmo ancora e sempre ragione: nessuno potrebbe farlo meglio, se non noi.

Andate a firmare portandovi dietro familiari ed amici e lontane cugine e amanti e clienti, in attesa di un referendum che più sacrosanto di così non si può, è il caso di dire: usque ad mortem.