Cronache
Federfiori, si faccia chiarezza sulla riapertura dei negozi. Non è così
Le precisazioni della ministra Bellanova sulla commercializzazione di piante e fiori non trovano riscontro nella realtà e chi ha aperto incorre a sanzioni
Chiarezza sulla vendita dei fiori. E modifica della legge. Parte da Federfiori Confcommercio la richiesta di fare chiarezza sulla riapertura dei negozi di fiori e piante dopo le parole dl ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, sulla loro riapertura. Una notizia che non trova però riscontro. “Semi, piante, fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, potranno essere prodotti, trasportati, commercializzati. E potranno essere venduti non solo nella grande distribuzione, ma in tutti i negozi dedicati alla loro vendita”. Queste parole del ministro Bellanova, lanciate attraverso il suo profilo Facebook lo scorso 27 marzo, riprese dai media nazionali principali e confermate ieri l'altro all'Adn Kronos, in risposta alle precisazioni richieste dalla Federfiori Confcommercio, non trovano riscontro nella realtà: il Dpcm, articolo 1, comma 1 del 22 marzo scorso autorizza ad aprire le porte al pubblico le sole attività aventi codice Ateco 01. Vale a dire quelle agricole, di produzione, che nulla hanno a che fare con le attività dei fioristi, della maggior parte dei garden, dei chioschi, dei punti vendita cui hanno fatto riferimento i mass media in questi giorni, e ancora oggi. Sbagliando. Diversi fioristi italiani, ascoltando queste notizie, hanno aperto le loro attività e stanno incorrendo in queste ore a sanzioni da parte dei pubblici ufficiali tenuti a far rispettare la legge.
A pagare dazio, a causa di questo cortocircuito informativo sono dunque innanzitutto gli addetti ai lavori. Già disperati per una situazione economica fuori controllo e in più confusi dal tira e molla di dichiarazioni contrastanti e comunque sempre estranee alla legge.
Un effetto positivo sull'economia del settore a seguito di una riapertura delle attività appare per altro impossibile da immaginare, essendo le persone in quarantena, e mancando di fatto la domanda cui proporre un'offerta. Senza entrare nel merito del pericolo per salute pubblica, questione nota a tutti. Non a caso è stato fatto divieto di vendita dei prodotti del settore florovivaistico agli stessi supermercati, tenuti a vendere esclusivamente prodotti di prima necessità, come già in precedenti comunicati Federfiori Confcommercio ha fatto notare, onde evitare la concorrenza sleale da parte di questi ultimi nei confronti dei fioristi italiani rimasti, a norma di legge, chiusi.
Da qui la richiesta di Federfiori Confcommercio al governo affinchè faccia chiarezza. “La cattiva comunicazione provoca danni gravi di ordine pratico e di ordine morale: non si può essere superficiali in un periodo drammatico. Tutti gli iscritti dell'associazione sono stati informati. Ed è stato chiesto a tutti di tenere i battenti delle attività serrati. Fin quando la legge non sarà modificata”.