Cronache

Florentino Pérez insiste con la Super Lega: dove c'è lui, ci sono i soldi

Alessandro Grandi

Ritratto del magnate che acquista Galacticos e intanto firma contratti milionari per la sua azienda. Ma lui si definisce "non ossessionato dai soldi"...

Florentino Perez non si arrende: vuole andare avanti con il progetto della Superlega, del quale è stato il principale promotore, nonostante la bruttissima figura rimediata a livello internazionale dai fondatori, subito costretti a fare una marcia indietro. Temporanea? Questo lo vedremo, anche perché a parlare è un autentico vulcano di idee imprenditoriale, alcune anche molto discusse.

Chi è Florentino Pérez? Classe 1947, è noto al grande pubblico internazionale per essere il presidente del Real Madrid, super blasonata società calcistica spagnola. Forse, la migliore società al mondo, sicuramente la più famosa.

Ma non tutti sanno chi è e cosa fa davvero nella vita Pérez, se non gli attenti addetti ai lavori. Il presidente, nato da una famiglia medio borghese col padre titolare di una profumeria, è a capo di una multinazionale delle costruzioni che conta 177mila dipendenti e ha un fatturato che si attesta intorno ai 30/35 miliardi di euro l'anno, grazie alle commesse e alle sedi sparse in diversi angoli del pianeta.

Sempre per chi non lo sapesse, la ACS, Activities of Construction and Services SA, questo il nome dell'azienda, è stata in grado di aggiudicarsi commesse per mettere le mani nelle reti metropolitane di Londra, New York, Vancouver. Ottawa. Ma anche per la rete ferroviaria in Arabia Saudita. Da qualche tempo Peréz sta trattando con Atlantia, per entrare anche nel mercato delle autostrade italiane.

Anzi, sembra che i contatti fra lo spagnolo e la il Cda di Atlantia siano a buon punto tanto che sarebbero partite da Madrid un paio di missive che confermerebbero la volontà di iniziare la due diligence sull'asset. Se l'operazione dovesse andare in porto si costituirebbe il più grande gruppo del settore autostradale al mondo. Pérez ha assicurato che sarà suo principale interesse agire in sintonia con il Governo italiano.

Chi lo conosce ne parla bene, lo considera estremamente educato e colto e sottolinea la sua disponibilità in diversi campi. Nonostante abbia sempre dichiarato di non essere ossessionato dal denaro, pare che non sia proprio così.

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Infatti, ogni sua azione è finalizzata a ottenere nuovi contratti, commesse, partecipazioni industriali. Florentino, come spesso lo chiamano confidenzialmente in Spagna, senza quell'apparente reverenza che si ha nei confronti delle persone molto ricche e potenti, nella sua carriera è stato due volte presidente del Real Madrid. La prima volta tra il 2000 e il 2006 e la seconda volta dal 2009 ad oggi. Nella squadra spagnola ha circa il 12.5% delle azioni. Entrambi i periodi di presidenza, però, sono coincisi con altrettante polemiche.

La prima e più clamorosa è stata lo "strappo" di Luis Figo ai rivali storici del Barcellona. Perez lo promise per farsi eleggere alla presidenza delle "merengues" e poi lo fece davvero. La cosa fece talmente arrabbiare i tifosi catalani che al primo scontro diretto con Figo nelle fila avversarie dagli spalti del Camp Nou piovve una testa di maiale... La furia degli appassionati nei confronti della mercificazione del calcio moderno, che in questi giorni ha stoppato sul nascere il progetto Superlega, stava già covando sotto la cenere!

In seguito il suo Real Madrid divenne una sorta di "Dream Team" del pallone, allineando tutti insieme David Beckham, Roberto Carlos, Zinedine Zidane e Ronaldo, il brasiliano. Era l'epoca dei "Galacticos", alla quale Florentino tentò invano di aggiungere anche Francesco Totti, che però rimase fedele alla sua Roma. Il Real non ebbe problemi a consolarsi prendendo anche l'altro Ronaldo, Cristiano, che risultò fondamentale nel raggiungimento delle 13 Champions League che adornano la bacheca dei madrileni.

Decisamente controverso fu l'acquisto del calciatore gallese Gareth Bale nell'estate 2013, per un centinaio di milioni di euro: un'operazione che smosse perfino la Commissione Europea. I dubbi sollevati dalla stampa britannica e sostenuti da quella spagnola, riguardavano non tanto le modalità d'acquisto, quanto le garanzie milionarie che l'avevano supportato. Bankia, l'istituto di credito che si era adoperato per dare garanzie, era pieno di debiti e sull'orlo del default. Solo l'intervento di Bruxelles aveva evitato che il gruppo bancario sprofondasse nel fallimento, travolto dai debiti. E sono molti a credere che parte dei soldi del salvataggio siano stati utilizzati per l'operazione Bale. Una notizia che a suo tempo fece scandalo e che ben presto venne dimenticata.

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Forte di un patrimonio personale di circa 1.7 miliardi di dollari, Pérez è uno degli uomini più ricchi di Spagna. E per questo può permettersi qualsiasi cosa.

Altra polemica che lo ha travolto, durante la seconda fase della sua presidenza, riguarda la creazione della Super Lega di calcio. È di questi giorni infatti, la notizia della volontà di Pérez e di altri presidenti di società calcistiche di fondare un nuovo campionato di calcio internazionale composto da club titolati e ricchi. Ma molto, molto indebitati, grazie alle politiche errate dei loro dirigenti.

Un progetto che è fallito nel giro di 48 ore ma che per Florentino resta ancora in piedi, come lui stesso ha dichiarato e continua a dichiarare. La Super Lega, un misto fra business, spettacolo e poco sport, ha visto fra i principali attori, rimasta però un passo indietro nel panorama mediatico, JPMorgan, una delle istituzioni finanziarie più grandi del mondo che avrebbe sostenuto il progetto con 3,5 miliardi di euro. Quindi soldi. Come detto pur non essendo ossessionato dal vil denaro, dove c'è Florentino, ci sono soldi. O c'è la possibilità di ottenerli.

Memorabili sono le trasferte calcistiche dei Blancos. Sembra una casualità, e probabilmente lo è, perché nessuno di noi è malizioso fino a questo punto, ma tutte le volte che il Real Madrid va a giocare amichevoli all'estero, poi la ACS di Florentino si aggiudica un appalto. È successo con le trasferte in Nuova Zelanda e Australia dove sono stati firmati contratti per la bellezza di 245 milioni di euro.

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C'è dell'altro. Vi ricordate il trasferimento dalla Colombia alla Spagna di James Rodriguez? Ecco guarda caso proprio in quel periodo la multinazionale di Pérez firmò contratti per la costruzione di autostrade per poco meno di 700 milioni di euro.

Chi analizza le gesta 'eroiche' di questi mega imprenditori, però ci vede sempre qualcosa di poco chiaro. Quindi è solo malizia quando si racconta che anche in Messico, nell'operazione che vide il bravissimo 'Chicharito' Hernandez cambiare per sempre la sua vita professionale passando ai Blancos, Pérez si portò a casa una mega commessa per la costruzione di quattro impianti di rigenerazione e trattamento delle acque e per la modernizzazione di cinque impianti che si occupavano di desolforazioni delle frazioni petrolifere, lavorazioni molto complesse che riguardano il diesel. Il progetto aveva un valore di 432 milioni di euro. Quindi si può tranquillamente dire che il buon Pérez non sarà ossessionato dai soldi come dice lui, ma coglie sempre l'opportunità di farne, unendo il calcio al business, un po' quello che si voleva fare con la Super Lega.

Si deve dare merito al Presidente di avere l'occhio lungo in fatto di calciatori di talento che possono contribuire a rendere il Real sempre più forte e vincente. Ma come sempre i giornalisti sono malevoli e brutte persone. Quindi non c'entra nulla il fatto che in Norvegia la ACS si sia aggiudicata contratti milionari per la lavorazione relativa alla rete dell'alta velocità ferroviaria, proprio mentre acquistava il talento allora sedicenne Martin Odegaard.

Qualche sospetto l'ha sfiorato quando di mezzo ci fu la vendita della vecchia Ciudad Deportiva, area dove tutte le squadre dell'orbita societaria del Real si allenavano. Anche in quel caso la Commissione Europea ci mise il naso, ma non trovando consistenti prove di reato chiuse il caso.

Oggi, però, Perèz è sempre sulla cresta dell'onda delle cronache per una questione di soldi. Ma lui non ne è ossessionato, per carità.