Cronache

Funerali del giovane Gennaro, strappato striscione anticamorra


In chiesa risuona il grido contro i clan e la violenza del sacerdote comboniniano padre Alex Zanotelli: "Sono stati per noi giorni drammatici" ricorda, e invita a guardare "la rabbia di questi ragazzi, l'urlo di questi ragazzi. Dobbiamo aiutarli. perchè un giovane di 17 anni è stato ucciso. Non è possibile. Quanto sangue versato nelle nostre strade in una città dove c'è violenza.  Sono le nostre anime che grondano sangue. Questa è una città spaccata in due una città che non è capace di riconciliarsi, non è questa la città che vogliamo. Vogliamo una città dove non ci siano più oppressione, morte, violenza. Questo è un  grido di dolore missionario. Nessuno verrà a salvarci.  Dobbiamo dire basta a questo spaccio, a questa camorra, possiamo farcela. In mezzo a noi stanno nascendo anche tante cose belle. Dobbiamo darci da fare perché possiamo vedere un'altra Napoli. Gesù diceva: se non vi convertite se non cambiamo strada periremo tutti. Genny vive. Dio vuole che viviamo. Popolo della Sanità alziamo testa. Tutti devono darci una mano, ma anche noi diamoci una mano: solo facendo rete vita vincerà".
 
Tolto l'episodio dello striscione, la cerimonia si svolge in un clima di grande compostezza. Gli amici di Genny assistono alla funzione accovacciati accanto al feretro. "È questa dignità e questa compostezza che voglio sottolineare. Il gesto dello striscione, che va condannato, non va assolutamente ricondotto alla famiglia di Gennaro", ribadisce Giuliana Di Sarno. Anche Gino Monteleone, rappresentante dei precari Bros, sigla di disoccupati cui aderisce anche il papà di Genny, condanna l'episodio che, rimarca, "non può essere in alcun modo ricollegato alla famiglia. Il papà si è già espresso chiaramente. I movimenti lottano per sottrarre i giovani alla camorra. Questo è il nostro impegno".
 
Il parroco, don Antonio Loffredo, invita il quartiere a restare a lutto fino a quando non ci saranno state risposte: "In chiesa vedete due fiocchi viola. Fatelo tutti. Nelle case, sui balconi. Noi vogliamo stare a lutto fino a quando non ci sarà stata risposta. Come quartiere resteremo a lutto fino a quando non avremo avuto risposte dalle istituzioni. Questo ci hanno chiesto le mamme". Quindi il sacerdote invita Antonio Cesarano a dare l'ultima benedizione al figlio.
 
La cerimonia si è svolta in forma pubblica ma con orario fissato dalla Questura alle 7.30 del mattino.
 
ll legale della famiglia Cesarano, l'avvocato Marco Campora, ribadisce con forza, al termine della cerimonia funebre per Genny Cesarano, l'estraneità del diciassettenne alla criminalità organizzata: "Questa cerimonia partecipatissima e la stessa autorizzazione a funerali pubblici  confermano che l'iniziale ipotesi investigativa su un coinvolgimento di Genny in vicende criminali non ha alcun riscontro".
 
Lanterne cinesi liberate in aria e palloncini bianchi hanno salutato il ragazzo al termine della funzione. Gli amici del ragazzo, decine e decine di giovani che indossavano una t-shirt con la sua foto, hanno scritto dediche sulle lanterne cinesi fatte volare in aria. All'uscita della bara decine di palloncini bianchi hanno accompagnato il volo delle lanterne.
 
Applausi ripetuti da parte della folla che non ha trovato posto all'interno della chiesa, più di mille persone. Dalle finestre delle case vicine alla chiesa sono cominciati a spuntare drappi neri a lutto come richiesto dal parroco don Antonio Loffredo.