Funerali di Papa Francesco, l'omelia del Cardinale Re: "Un Pontefice in mezzo alla gente, si è donato fino all'ultimo. Ora chiediamo a Te di pregare per noi" - Affaritaliani.it

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Funerali di Papa Francesco, l'omelia del Cardinale Re: "Un Pontefice in mezzo alla gente, si è donato fino all'ultimo. Ora chiediamo a Te di pregare per noi"

Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. Il testo integrale

di Redazione News

I funerali di Papa Francesco, l'omelia di Battista Re: "Si è donato fino all'ultimo"

Papa Francesco "soleva concludere i suoi discorsi e i suoi incontri dicendo: 'Non dimenticatevi di pregare per me'. Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza". E' la conclusione dell'omelia del cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nella messa esequiale di Papa Francesco. 

"Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco, tra gli applausi dei presenti. "La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta", ha aggiunto Re. 

"Rivolgendosi agli uomini e alle donne di tutto il mondo, con la Lettera Enciclica Laudato si’ ha richiamato l’attenzione sui doveri e sulla corresponsabilità nei riguardi della casa comune. 'Nessuno si salva da solo'". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. 

"Il tema della fraternità ha attraversato tutto il suo Pontificato con toni vibranti". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. Nella Lettera Enciclica “Fratelli tutti”, ha rimarcato Re, "ha voluto far rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità, perché tutti figli del medesimo Padre che sta nei cieli. Con forza ha spesso ricordato che apparteniamo tutti alla medesima famiglia umana". Nel 2019, durante il viaggio negli Emirati Arabi Uniti, Papa Francesco, ha ricordato Re, ha firmato un documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, "richiamando la comune paternità di Dio".

Papa Francesco "ha sempre messo al centro il Vangelo della misericordia, sottolineando ripetutamente che Dio non si stanca di perdonarci: Egli perdona sempre qualunque sia la situazione di chi chiede perdono e ritorna sulla retta via". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. Il porporato ha ricordato che Francesco "volle il Giubileo Straordinario della Misericordia, mettendo in luce che la misericordia è 'il cuore del Vangelo'". "Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole chiave di Papa Francesco", ha aggiunto Re. 

"Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa. Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. "Ha più volte fatto ricorso all’immagine della Chiesa come 'ospedale da campo' dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti - ha sottolineato Re -; una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo; una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite". 

"Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri". E aggiunge: "È significativo che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare", ha sottolineato Re. Ed è partito l'applauso dal sagrato. "Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l’Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico". Anche qui è partito l'applauso.

"Dei suoi 47 faticosi Viaggi Apostolici resterà nella storia in modo particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio nell’omelia della messa esequiale di Papa Francesco. "Quella difficile Visita Apostolica è stata un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’ISIS", ha sottolineato Re. "È stato questo un Viaggio importante anche per il dialogo interreligioso, un’altra dimensione rilevante della sua opera pastorale" ha aggiunto ricordando che con "la Visita Apostolica del 2024 a quattro Nazioni dell’Asia-Oceania, il Papa ha raggiunto 'la periferia più periferica del mondo'".