Cronache

Global Compact, passa la linea Meloni. Piangono Boldrini, Saviano e Fico

Francesco Storace

Francesco Storace (direttore Secolo d'Italia): "Sul Global Compact grande vittoria della Meloni"

E non potevano che chiamarsi Fratelli d’Italia. Quello che sembrava solo uno slogan, #noglobalcompact, diventa un formidabile atto di governo stabilito da una mozione parlamentare.

La sinistra è furiosa perché alla Camera è finalmente stata approvata la linea che deve tenere l’Italia di fronte ad un documento devastante come quello preteso dalle Nazioni Unite. “Non esiste un diritto ad emigrare”, ripete con tenacia e passione da settimane Giorgia Meloni e la mozione presentata da Francesco Lollobrigida ha segnato la linea con il voto di Fi e l’opposizione di Pd e Leu: basta con i tentennamenti di Conte. La Camera ha dettato il da farsi pur con un’incredibile astensione della Lega che prima o poi dovrà spiegare che cos’altro deve promettere ai grillini pur di contraddire persino le proprie politiche sull’immigrazione.

Scornata la sinistra alla Boldrini, sconfessata la linea Saviano, piagnucolerà Fico, che cosa si può volere ancora…

Anzi, si è fatto ancora di più, perché con un atto di intelligenza parlamentare si è chiesta la votazione della mozione di Fdi per parti separate ed è passato anche un altro importante indirizzo al governo: contro la mafia nigeriana va schierato l’esercito a partire da Castelvolturno. Un altro grande segnale di fermezza contro il dilagare della criminalità d’importazione.

Ovviamente la sinistra faziosa che staziona in Italia non trova di meglio che ruggire contro il voto del Parlamento, accusando Conte di essere soggetto alla linea di Giorgia Meloni in politica estera: il che non sarebbe male.

Vuol dire che si sono fatti davvero la bua, che la speranza di far invadere l’Italia sta ancora nei loro sogni, ma Fratelli d’Italia li ha infranti. Perché nessuno può imporre ad una Nazione già messa a dura prova dall’immigrazione clandestina di veder perpetuata per chissà quanti anni ancora una politica demagogica e nemica dell’identità.

C’è ancora in Parlamento chi difende la Patria e forse solo da ieri sera Conte comincia a farci i conti: perché era stato proprio lui a permettersi di dire sì al Global Compact alle Nazioni Unite senza alcun mandato.

Poi, sconfessato anche da Salvini, il premier aveva rinviato ogni decisione al momento della firma del documento; e ancora una serie di prese di posizione in risposta ad interrogazioni parlamentari lasciavano intuire che il governo non sapeva che pesci pigliare. E ieri la zampata di Giorgia Meloni.

Ora non ci sono più alibi neppure per Re Tentenna di palazzo Chigi. Dispiace solo che a questa indiscutibile vittoria dell’Italia che non intende sottostare alle pretese dell’Onu non abbia voluto mettere il proprio timbro la Lega, che ha dovuto astenersi assieme ai grillini.

Un passo falso, indubbiamente, sul quale si dovrà doverosamente tornare.

Ma oggi ci gustiamo il colpaccio; e non vediamo l’ora di leggere le prossime sciocchezze di Roberto Saviano, di vedere le lacrime della Boldrini, di ascoltare i singhiozzi di Fico, la disperazione delle Ong che erano pronte a fare nuovi affari.

Vi è andata male, vi andra’ sempre peggio.

Fonte: Secolo d'Italia