Cronache
Granchio blu, da alieno a prelibatezza. Metterlo in tavola salverebbe il Po
I danni causati dal crostaceo americano diventano sempre più ingenti. E se lo mettessimo in tavola?
Mettere in tavola il granchio blu per salvare il Po: la proposta
L'invasione di specie aliene nel Mediterraneo, e non solo, sta diventando una routine. All'inizio abbiamo avuto l'errata introduzione del siluro nelle acque dei fumi, scambiato per un pesce che si ciba di erba ora lo ritroviamo di dimensioni ragguardevoli, supera anche i due quintali e continua a cibarsi di tutti i pesci che si muovono attorno a lui.
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Poi abbiamo specie ittiche provenienti dal Mar Rosso ed altre specie provenienti da altri continenti; l'ultimo è il granchio blu, una specie autoctona del continente americano e che da qualche anno ha fatto la sua comparsa in Italia e soprattutto nel Delta del Po (sede del Parco omonimo e Riserva di Biosfera nell'ambito del programma MaB Unesco 2015), dove tutti sappiamo che vengono coltivate prelibatezze come: ostriche, cozze e vongole e di queste ultime il granchio blu ne è particolarmente ghiotto, ironicamente possiamo dire che è un buongustaio.
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Ora, trovando un habitat con cibo abbondante il granchio blu si riproduce in maniera esponenziale per diventare una minaccia per i pescatori Deltini, i quali hanno chiesto l'intervento del Ministro Lollobrigida, in visita il 6 agosto, per analizzare gli ingenti danni provocati agli allevamenti dal vorace granchio blu. Chi non sarebbe dalla parte degli allevatori? Io ci vivo nel Delta del Po e vi posso assicurare che sia come ambiente sia come vivibilità è veramente una fetta di paradiso (naturalmente con tutte le problematiche di un'area protetta), però come al solito vorrei fare una proposta, non me ne vogliano o “vongolari”.