Cronache
Il Padrino, Gomorra e Suburra: cinema e letteratura emulano i cattivi maestri
L’accusa che si fa al genere è quello di sfruttare i bassi istinti del pubblico per fare cassetta
Il cinema (e la letteratura) dei cattivi maestri: il Padrino, Gomorra e Suburra
Nel 1972 usciva “Il Padrino” di Francis Ford Coppola tratto dal romanzo omonimo scritto da Mario Puzo con Marlon Brando nei panni del mafioso Don Vito Corleone (Vito Andolini) con il figlio Michael interpretato da Al Pacino. La colonna sonora famosissima tutt’ora fu composta da Nino Rota. Il film ebbe dieci nomination Oscar e vinse nel 1973 tre statuette, incassò 287 milioni di dollari del tempo superando di slancio il record di “Via col vento”, diretto da Victor Fleming. Successivamente lo stesso Coppola diresse “Il padrino – Parte II” (1974) e “Il Padrino - Parte III” (1990) con protagonista Robert De Niro nel ruolo di Don Vito Corleone da giovane e Al Pacino, sempre nel ruolo di Michael Corleone.
L’immagine stilizzata del Padrino, con una rosa rossa nel taschino e la sua colonna sonora sono un brand mondiale e non per nulla fu trovato un magnete sul frigorifero del boss Matteo Messina Denaro nel suo nascondiglio siciliano. Nell’occasione fu ritrovato anche un manifesto di “Joker” (2019), interpretato da Joaquin Phoenix (già indimenticabile imperatore Commodo ne “Il gladiatore” di Ridley Scott) e vincitore di due premi Oscar di cui uno al protagonista. Poi è venuta l’epoca di “Gomorra” (2008) del regista Matteo Garrone, tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano. Seguiranno infinite serie TV che ancora vagano per l’etere. L’origine di questo tipo di film, almeno in Italia, è stato “Il camorrista” (1986) di un insospettabile Giuseppe Tornatore al suo esordio, che narra la vicenda umana di Raffaele Cutolo, ‘O professore di Vesuviano, capo della Nuova Camorra Organizzata, interpretato da Ben Gazzarra.