Cronache

"Io come Pedretti. Dissi: 'Alla Lucarelli scapperà il morto'". Intervista

L'ex legale di Filippo Turetta, travolto dalla gogna mediatica a partire da un post di Selvaggia Lucarelli, commenta il caso della ristoratrice di Lodi

di Eleonora Perego

L'ex legale di Turetta ad Affari: "Io come Pedretti. Sapevo che alla Lucarelli sarebbe scappato il morto"

La morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi prima osannata e poi massacrata sui social, continua a tenere banco. E a sollevare una serie di domande non solo (e non più tanto) sulla veridicità o meno dell’accusa di aver falsificato una recensione, quanto sulla correttezza del comportamento tenuto dalle centinaia di utenti che, virtualmente, l’hanno raggiunta con minacce, insulti e disprezzo. A dividere l'opinione pubblica c'è Selvaggia Lucarelli, che ha (giustamente) evidenziato come il movente di un eventuale suicidio sia ben più complesso, e che stava esercitando il proprio diritto di cronaca.

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Ma la Pedretti non è che l’ultimo bersaglio di una delle penne più irriverenti dell’informazione. E dopo Matteo Mariotti, il ragazzo mutilato da uno squalo, sulla cui raccolta fondi la Lucarelli ha sollevato perplessità, Affaritaliani.it ha avuto modo di parlare con un altro caso “illustre” che, proprio a partire dalla visibilità negativa data dalla giudice di “Ballando con le Stelle”, è stato travolto dalla gogna mediatica.

Parliamo di Emanuele Compagno, l’ex avvocato dell’assassino di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta, finito al centro della bufera per alcuni post male interpretati e alcuni video informativi su You Tube il cui significato, aveva raccontato proprio ad Affari, era stato travisato.

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Avvocato Compagno, anche con Lei la Lucarelli non è stata “dolce”…

Selvaggia Lucarelli, ha manipolato il significato delle mie parole, facendomi apparire maldestramente come l’avvocato di Turetta perchè in qualche maniera minimizzavo la battaglia contro la violenza sulle donne. A causa anche del clamore mediatico che riguardava il caso Cecchettin, si scatenò un putiferio di persone che mi hanno preso di mira sulle mie pagine social.

Quali danni ha subito da questa vicenda?

Ho innanzitutto dovuto sospendere il profilo per evitare di continuare a ricevere insulti e minacce. Inoltre il polverone inutile sollevato dalla Lucarelli mi ha rovinato le recensioni professionali su Google… un danno tremendo a me che sono un padre di famiglia, con due bambini e cerco di fare il mio lavoro al meglio.

Cosa ne pensa della vicenda della ristoratrice di Lodi che, apparentemente, si è tolta la vita proprio per l’odio riversato su di lei?

Posso capire cosa si prova in quei momenti. Ma Le dirò di più, quando i giornalisti mi assediarono dissi loro: “Vedrete che a causa delle sue confusioni e delle sue manipolazioni prima o poi alla Lucarelli scapperà il morto”. È successo. Giovanna Pedretti, massacrata dalla Lucarelli, si è uccisa, non ha resistito al clamore mediatico e all’effetto domino che la Lucarelli ha scatenato.

Lei non pensa che, se fosse vera la notizia, la Lucarelli ha il diritto di raccontarla?

A prescindere che la recensione incriminata fosse vera o inventata, e quindi anche se Pedretti avesse sbagliato, nessuno si merita un tipo di fango del genere come quello gettato addosso dalla Lucarelli. E mi chiedo come la Rai, che è un servizio pubblico, mantenga in tv sia lei sia Lorenzo Biagiarelli in due programmi di punta.

Lo sa che esiste il diritto di cronaca?

Nessuno nega il diritto di cronaca, di raccontare i fatti. Ma quando si dà una notizia intanto deve essere verificata, e ad oggi non abbiamo ancora nessuna certezza in merito. E poi questo diritto deve essere gestito, e per quello c’è l’Ordine dei giornalisti, di cui non mi pare che la Lucarelli faccia più parte. Infine, non bisogna confondere l’informazione con la denigrazione, il confine è sottile, e la Lucarelli l’ha travalicato.