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Cronache
Ior, via il numero due Giulio Mattietti. Lo scandalo e la mossa del Papa

Lo Ior ha "allontanato" dal suo incarico "l'aggiunto" al direttore generale dell'Istituto, Giulio Mattietti, nominato nel novembre 2015 insieme all'attuale direttore generale, Gian Franco Mammi'. Mattietti e' stato allontanato due giorni fa, scortato fuori dal Vaticano.

Interpellata in merito, la sala stampa della Santa Sede ha confermato la vicenda: "La vicedirettrice della Sala Stampa, Paloma Garcia Ovejero, conferma che Giulio Mattietti, aggiunto del Direttore Generale dell'Istituto per le Opere di Religione, ha cessato il suo servizio lunedi' 27 novembre". A quanto risulta, inoltre, nei giorni passati ci sarebbe stato un analogo provvedimento a carico di un dipendente dell'Istituto delle Opere di Religione, ma non ci sono conferme in proposito.

Secondo quanto si e' appreso, l'ennesimo terremoto che fa tremare il Vaticano con epicentrro allo Ior, e' scoppiato a seguito di indagini della Gendarmeria vaticana. Quanto emerso ha costretto Mattietti a dimettersi dal suo incarico. L'attuale aggiunto al direttore generale dello Ior, era stato nominato nel novembre 2015 insieme al direttore generale. Ma esattamente a due anni dal suo ingresso, un licenziamento con espulsione (alcuni gendarmi lo avrebbero accompagnato oltre confine) pone fine all'esperienza di Mattietti. Della decisione non si conoscono i motivi ma ci sarebbe stato anche un altro analogo provvedimento a carico di un dipendente dell'istituto.

Intanto continuano a circolare voci su Jean-Baptiste de Franssu, il presidente che dovrebbe lasciare come effetto domino per il forzato allontanamento del prefetto della Segreteria per l'economia, George Pell. Secondo la rivista Formiche se la passano male tutti gli uomini vicini al cardinale australiano e al revisore generale Libero Milone, allontanato anche lui in modo plateale e drammatico dalla Gendarmeria.

Qualcuno ritiene che la vicenda di Mattietti sia collegata proprio all'inchiesta su Libero Milone, il Revisore generale dei conti vaticani, che fu cacciato nel giugno scorso, e che la contestazione riguardi proprio il legame tra i due.

Milone era un'altra creatura del cardinale australiano George Pell i cui enormi poteri, Francesco aveva via via ridimensionato fino all'aspettativa che gli ha concesso Papa Francesco perche' potesse tornare in Australia a difendersi da infamanti accuse di pedofilia. Certo e' che lo Ior da 40 anni vede susseguirsi scandali senza soluzione di coninuita'. "San Pietro non aveva una banca", disse Papa Francesco appena eletto, svelando la possibilita' per il Vaticano di fare a meno dello Ior, secondo il progetto che aveva iniziato a definire Papa Luciani in quel suo breve Pontificato. Da allora sono finiti sotto inchiesta l'ex presidente Angelo Caloia e il suo direttore generale Lelio Scaletti, per non chiare operazioni finanziarie, sono stati denunciati e allontanati il direttore generale Paolo Cipriani con il suo vice Massimiliano Tulli, recentemente condannati in Italia per violazione delle norme antiriciclaggio, e sono stati fatti dimettere due presidenti, l'economista Enrico Gotti Tedeschi e l'armatore Ernest von Freyberg.

Allontanato inoltre anche Libero Milone, fino al 19 giugno Revisore generale dei conti vaticani. In quella data Milone si dimise ma, in una intervista, poi accuso': "Non mi sono dimesso volontariamente, sono stato costretto. E racconta che monsignor Becciu, sostituto alla segreteria di Stato, gli comunico' che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato e che "il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi, e me ne forni' alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco".

Il racconto di Milone prosegue: per chiarire si reca alla Gendarmeria vaticana dove - dice - "notai subito un comportamento aggressivo. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria, dottor Giani, mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera che avevano gia' pronta". Intanto continuano a circolare voci su Jean-Baptiste de Franssu, il presidente che dovrebbe lasciare come effetto domino per il forzato allontanamento del prefetto della Segreteria per l'economia, George Pell. Secondo la rivista Formiche se la passano male tutti gli uomini vicini al cardinale australiano i cui enormi poteri, Francesco aveva via via ridimensionato. 

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iorallontanato il vice direttore generale
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