Cronache
Kerakoll: pallone, escort e dossieraggi. "Creiamo situazioni imbarazzanti"
L'inchiesta investe un marchio celebre, il colosso modenese del settore delle ceramiche e dell’edilizia. Ci sono 28 indagati
Kerakoll, la maxi inchiesta e il dossieraggio: "Se non posso avere ciò che voglio, allora lo distruggo"
Una maxi inchiesta travolge un colosso della ceramica, la Kerakoll. Per ora c’è solo un avviso di fine indagini che ipotizza, a vario titolo, i reati di: corruzione, associazione a delinquere finalizzata ad accessi abusivi, esercizio abusivo della professione di investigatore. Tra gli indagati, - si legge su Il Corriere della Sera - due investigatori leggendari: i sessantenni Riccardo Ravera, carabiniere in pensione, e Pinuccio Calvi, anche lui nell’Arma. Generalità che ai più forse dicono poco. Ma i loro nomi di battaglia — rispettivamente "Arciere" e "Vichingo" — sono di quelli che restano nella memoria. Entrambi fecero parte della squadra "Crimor", quella che, agli ordini di "Ultimo", il 15 gennaio 1993 arrestò Totò Riina. Detto che il loro ruolo è tutto da chiarire, Ravera e Calvi sono al centro dell’inchiesta che, coordinata dalla Procura di Torino, sta atterrando tra Sassuolo e Modena dove per Kerakoll lavorano centinaia di persone. Gli indagati sono 28, tra cui Emilia e Fabio Sghedoni, titolari della multinazionale delle malte e dei collanti con sede a Sassuolo, 480 milioni di euro di fatturato annuo e sponsor del Modena Calcio.
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Però è sotto inchiesta anche Andrea Remotti, già ad della stessa Kerakoll fino al novembre 2022. Ma che c’entrano i fratelli Sghedoni? Si sarebbero rivolti - prosegue Il Corriere - proprio all’ex carabiniere — che avrebbe svolto abusivamente la sua funzione di investigatore privato — per registrare di nascosto, in un locale in uso alla stessa Kerakoll, incontri aziendali. Sullo sfondo, c’era l’ipotesi di una faida in famiglia, per la presenza ai vertici della società. Sarà Remotti a mettere a verbale una frase che gli avrebbe detto Gianluca Sghedoni (non indagato), terzo figlio di Romano: "Se non posso avere ciò che voglio, allora lo distruggo". In altre occasioni, invece, sarebbero stati organizzati incontri con donne "capaci di creare situazioni imbarazzanti", per poi ottenere informazioni, al costo di 30 mila euro mensili. Una sorta di escort. Per la difesa, solo professioniste di agenzie investigative.