Cronache
Il sale uccide, la ricerca choc: +28% di rischio di morte prematura
Lo si è sempre pensato ma ora c’è una ricerca su 500.000 casi. Il primo studio a riportare una relazione tra l'aggiunta di sale agli alimenti e la mortalità.
Sale e morte. Aggiungerlo ai cibi può comportare una riduzione di vita di più di 2 anni
Il sale può sembrare innocuo ma non lo è. Gli uomini di 50 anni rischiano di morire circa due anni e tre mesi prima del dovuto solo perché aggiungono sale agli alimenti che mangiano. Le donne della stessa età perderebbero un anno e mezzo di vita. Una brutta abitudine questa che fa correre il rischio di morire prematuramente. E' risaputo che l’eccesso di sale negli alimenti può contribuire all’innalzamento della pressione sanguigna, che a sua volta aumenta il rischio di infarto e ictus, ma non vi era ancora una ricerca univoca su migliaia di persone.
Lo studio condotto dal professor Lu Qi, della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine di New Orleans negli Stati Uniti e che sarà pubblicato lunedì sull'European Heart Journal, la rivista leader e ufficiale di cardiologia generale della Società Europea di Cardiologia, lo prova in modo netto.
La ricerca ha esaminato i dati dello studio Biobank del Regno Unito monitorando le abitudini alimentari di 501.379 persone tra il 2006 e il 2010.
La studio ha concluso che coloro che aggiungono sempre sale a tavola hanno il 28% in più di probabilità di morte prematura rispetto alle persone che lo fanno raramente o mai. In genere circa 3 persone su 100, di età compresa tra 40 e 69 anni, muoiono prematuramente nella popolazione generale. Ma la ricerca mostra che a questi 3 si aggiunge un quarto (su 100) che muore prima di quando dovrebbe solo per l’uso improprio del sale.
Dei 501.379 soggetti analizzati sono morti circa 18.500 in modo prematuro (avevano un’età inferiore ai 75 anni). Erano proprio soggetti registrati durante un follow-up 9 anni dopo la raccolta dei dati avvenuta tra il 2006 e il 2010.
Lo studio ha preso in considerazione i fattori che possono influenzare i risultati: età, sesso, razza, indice di massa corporea (BMI), privazione, fumo, assunzione di alcol, attività fisica e dieta, insieme a condizioni di salute come diabete, cancro e malattie cardiache. Gli scienziati hanno anche raccolto campioni di urina, da cui sono stati misurati i conteggi di sodio e potassio presenti. Questo perché gli studi precedenti sul rapporto sale/morte erano contraddittori. Parte del motivo era dovuto alla scarsa precisione nelle misurazioni del sodio assunto che varia notevolmente da giorno a giorno. Quindi si è optato per guardare il sale che aggiungiamo ai cibi che mangiamo.
Nello studio si è anche notato che il rischio di morte prematura legata all'aggiunta di sale erano leggermente ridotti nelle persone che mangiavano più frutta e verdura, tuttavia la differenza non era "significativa".
Anche una modesta riduzione del sale assunto può comportare benefici significativi per la salute. Abbiamo bisogno di un po' di sale nella nostra dieta, ma l’aggiunta ai cibi dell’industria alimentare che solitamente già ne contengono può comportare danni non irrilevanti.
Il professor Lu Qi, a capo della ricerca, ha anche dichiarato: "Nella dieta Occidentale, l'aggiunta di sale a tavola rappresenta il 6%-20% dell'assunzione totale di sale e fornisce un modo unico per valutare l'associazione tra l'assunzione abituale di sodio e rischio di morte”.
Qi ha anche aggiunto:"Poiché il nostro studio è il primo a riportare una relazione tra l'aggiunta di sale agli alimenti e la mortalità, sono necessari ulteriori studi per convalidare i risultati prima di formulare raccomandazioni".