Cronache

L'educazione di Filippo Turetta

L'opinione di Pietro Mancini

Non ci si può non interrogare su quale tipo di educazione abbia trasmesso all’assassino della sfortunata ragazza suo padre

Turetta e Sinner, i due volti dell'Italia

Per il destino, negli stessi giorni in cui l’ex fidanzato, Filippo Turetta, 22 anni, rapiva, picchiava e uccideva, con crudeltà, Giulia Cecchettin, un suo coetaneo, Jannik Sinner, regalava agli italiani la Coppa Davis, attesa da 47 anni.

Come ha osservato, su Oggi, l’ex direttore del Corriere, De Bortoli, in questa fase, in primis per i giovani, contano molto gli esempi dei ragazzi e gli insegnamenti delle famiglie. E quella, trasmessa dall’altoatesino, è un'immagine positiva.

Il giovanotto, sorridente e gentile, ha asceso i vertici del tennis mondiale anche grazie ai messaggi ricevuti dai suoi genitori, seri e modesti albergatori della Val Fiscalina. Costoro gli hanno trasmesso l’etica del lavoro e il rispetto per tutti: “Io sotto pressione? - ha detto l’azzurro - Niente in confronto a un chirurgo o un capofamiglia, che deve mettere in tavola la cena. Giocare a tennis è un privilegio”.

E la Nazione, che oggi con Mattarella darà l’ultimo saluto alla sfortunata Giulia, ha un grande bisogno di figure positive. La responsabilità penale è individuale. Ma non ci si può non interrogare su quale tipo di educazione abbia trasmesso all’assassino della sfortunata ragazza suo padre, benestante, che ha dichiarato: “A mio figlio, che non voleva uccidere l’ex fidanzata, è partito l’embolo…”.