Cronache
Calabria, la crociata del parroco contro divorzi, unioni gay e convivenze
In una lettera ai fedeli, il sacerdote di Cropani Marina, nella costa jonica catanzarese, parla di "attentato alla famiglia". Le associazioni si ribellano
Le associazioni si ribellano e definiscono il messaggio "triste e imbarazzante" che diffonde idee medievali
“Il divorzio, le convivenze, le unioni civili, le unioni fra persone dello stesso sesso e ogni forma di unione illegittima, sono un grave attentato all’istituzione della famiglia fondata sul matrimonio”. È questo uno dei passaggi cruciali con cui il parroco di Cropani Marina, centro della costa Jonica catanzarese, don Raffaele Feroleto, si è rivolto ai fedeli in vista della festa patronale in programma il prossimo mese di giugno.
Una lettera aperta, firmata insieme al comitato festa, con la quale il sacerdote chiede contributi ai fedeli per l’organizzazione delle iniziative, lasciandosi andare però a una lunga riflessione sulle unioni civili e i matrimoni. Parole che hanno scatenato una polemica infinita sui social, con aspre critiche al presule. Tra le posizioni critiche anche quella del Comitato Kropos che raccoglie le associazioni del paese del Catanzarese: “Di fronte a una simile indecenza – è scritto nel lungo post di replica al parroco - non si può rimanere in silenzio. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la cristianità”.
La lettera ai fedeli
Il parroco, però, non ha dubbi: “La famiglia tradizionale costituita da un uomo e una donna che, davanti all’altare del Signore, celebrano il sacramento del matrimonio, nella nostra moderna e sviluppata società è in via di estinzione. Non più tardi di qualche anno fa, il cristiano considerava il matrimonio come uno dei pilastri essenziali per la edificazione di una vita pienamente realizzata e felice. I numeri – ha aggiunto - ci dicono che negli ultimi decenni i matrimoni religiosi sono clamorosamente diminuiti e le rare famiglie che nascono sotto la benedizione di Dio, si dimostrano sempre più fragili, confuse, smarrite, del tutto impreparate a curare la crescita umana e spirituale di genitori e figli”.
Da qui il monito ai fedeli: “Come pastore di questa comunità è mio obbligo ricordare a voi tutti, cari fratelli, che il divorzio, le convivenze, le unioni civili, le unioni fra persone dello stesso sesso e ogni forma di unione illegittima, sono un grave attentato all’istituzione della famiglia fondata sul matrimonio”.
Una condizione “superabile”, a detta di don Raffaele Feroleto, avviando “una rinnovata e costante opera di formazione evangelica” che consiste in “intensificare la preghiera personale e comunitaria, partecipare con gioia alla S. Messa domenicale, accogliere con grande fede i sacramenti”. La lettera conclude poi con le regole da seguire per raccogliere le offerte dei fedeli necessarie per i festeggiamenti del Santo Patrono, don Antonio da Padova.
Le associazioni insorgono
Da parte delle associazioni cropanesi, invece, una analisi in piena contraddizione, al punto che la lettera viene definita una “triste e imbarazzante comunicazione arrivata alle famiglie da parte del parroco di Cropani Marina”. Il comitato ha anche ricordato che “nelle estati 2021 e 2022 abbiamo organizzato l'evento denominato ‘Cropani over the Rainbow’, con l'obbiettivo di celebrare l'amore e discutere di diritti civili e discriminazioni. Ci è stato spesso detto che certi argomenti non fossero del tutto adatti a un contesto di provincia, e abbiamo sempre risposto che il nostro obbiettivo fosse proprio quello di dimostrare il contrario, in quanto temi come questi interessano tutti in prima persona”.
Secondo il comitato, “non si può accettare che in una piccola realtà come la nostra (in cui il parroco del paese riveste un ruolo di grande importanza), si possa utilizzare pretestuosamente la devozione a una celebrazione religiosa per veicolare dei messaggi discriminatori e pieni di odio come quelli contenuti in questa lettera. Non si può e non si deve accettare, che ancora nel 2023, in cui tutti siamo mediaticamente al centro del mondo, la nostra comunità venga coperta di ridicolo da idee medioevali. Non bisogna accettare che si tirino in ballo figure della cristianità per alimentare e sostenere messaggi di odio che di cristiano non hanno assolutamente nulla”.
Tesi completamente contrapposte, che hanno aperto un duro scontro nel piccolo centro del Catanzarese, destinato ad allargarsi ben oltre rispetto al fatto locale.
Il sindaco prende le distanze
Al coro di protesta e alle voci di indignazione si aggiunge anche il comunicato ufficiale del sindaco di Cropani, Raffaele Mercurio e dell'amministrazione comunale. Sulla pagina Facebook dell'Ente, la presa di posizione è netta. Partendo dalla lettera della discordia, che doveva essere una semplice richiesta di contributo all'organizzazione della festa patronale di Sant'Antonio da Padova e non una divagazione per "spiegare e rimarcare il significato di famiglia tradizionale", l'amministrazione comunale "prende le distanze sul concetto di 'famiglia tradizionale' espresso nella suddetta lettera. La famiglia, a prescindere l'orientamento religioso e sessuale, è la dove esistono sentimenti di pace, amore e onestà".
Il post sui social è rimbalzato subito tra i concittadini e i commenti in calce vanno da un fiume di emoticon con gli applausi, ai commenti più caustici per il parroco che non riconosce unioni civili, unioni gay e considera anche il divorzio un'"attentato alla famiglia".
C'è il timore che il dissenso non si limiti al borbottio sui social e che dal virtuale passi al reale. Domani nella parrocchia di Cropani Marina si celebreranno le comunioni e c'è attesa per l'omelia di don Raffaele tanto quanto per la possibile reazione di qualche "pecorella smarrita" che tale vuol rimanere.