Cronache
Altro che Ave Maria, la maestra sospesa usava l'olio di Medjugorje sui bambini
La donna, sospesa due settimane fa, avrebbe anche usato teorie millenariste per condannare comportamenti a suo dire "peccaminosi"
Maestra sospesa dal servizio: spuntano nuovi dettagli
Nuovo colpo di scena nel caso della maestra di Nuoro che è stata sospesa dal servizio a scuola: Marisa Francangeli avrebbe usato l'olio di Medjugorje per ungere i suoi studenti e avrebbe impiegato teorie millenariste sulla collera di Dio per condannare comportamenti a suo dire peccaminosi. Il preside dell'Istituto, Pino Tilocca,ha spiegato su Facebook la versione delle istituzioni. Secondo il dirigente scolastico, la maestra avrebbe detto due bugie: “La prima è l’affermazione di essere stata sorpresa dal provvedimento nei suoi confronti, di cui dichiara non aveva cognizione. Questa affermazione non può corrispondere a verità perché il primo atto di avvio di un procedimento disciplinare è la comunicazione all’interessato che viene informato degli addebiti a suo carico e invitato a presentarsi per un colloquio assistito dal suo sindacato o da un legale, oppure in alternativa a inviare una memoria difensiva. La maestra – continua Tilocca – non può non aver ricevuto questa comunicazione e sapeva quindi benissimo che c’era in atto un procedimento nei suoi confronti”.
E poi l’accusa più grave. Tilocca infatti fa riferimento all’intervista rilasciata dalla Francangeli all’indomani della sospensione, in cui “la maestra ha dichiarato alla stampa di essersi limitata ad un paio di preghiere e alla realizzazione di un rosario". In realtà ci sarebbe stata “la proiezione di filmati contenenti disastri naturali che vengono attribuiti alla furia del Dio vendicatore dei peccati mondani (maledetti sodomiti) e dell’unzione riparatoria dei bambini con l’olio proveniente da quel business blasfemo che è Medjugorje”.
E infine Tilocca conclude con una condanna lucida e molto ben argomentata: “In realtà, dalle circostanze non si evidenzia una contrapposizione tra una concezione laica e una religiosa della scuola, quanto il fatto che in nessuna scuola civile possano avere diritti di cittadinanza comportamenti ispirati a superstizioni medievali che mettono in discussione il diritto per i nostri bambini ad avere conoscenze ispirate alla razionalità e ad un apprendimento che ne sviluppi le competenze cognitive. È insostenibile, quindi, dire che in questa vicenda ci sia una contrapposizione tra cultura cattolica e cultura laica. E conclude: "Non ci hanno mai scandalizzato due Ave Maria, però l’utilizzo della scuola pubblica per diffondere una subcultura bigotta, oscurantista ed antiscientifica no, questo non è ammissibile”.