Cronache

La stroncatura di Romito, addio alla casta intoccabile dell'alta ristorazione

di Simone Rosti

Ripariamoci nel pollo fritto e nelle ruote alla vodka

Nei ristoranti stellati bianchi e candidi e tutti uguali c’è spesso impersonalità, come il ciclostile recitato al tavolo dai camerieri e dagli chef. La stroncatura di cui sopra è la prova che il banco è saltato. Lo chef Frèdèric Vardon (allievo di Ducasse), in una intervista di Alessandra Meldolesi su Reporter Gourmet, sostiene che “tutti questi ristoranti stellati ed esclusivi scompariranno poco a poco per questione di mezzi, torneremo alla padella, alla tovaglia a quadretti”, io credo invece l’alta ristorazione dopo un sano bagno di umiltà si rilancerà con modelli più sostenibili.

Non rinuncerò alle mie incursioni stellate, presenti e future, mangerò e osserverò con disincanto e se leggessi altri commenti negativi li accoglierò di buon grado se autentici. Nel frattempo mi sono riparato in altre consolazioni gastronomiche con due piatti che hanno squarciato le mie papille gustative e messo a dura prova le emozioni più profonde. Il primo, le ruote alla vodka, un tuffo negli anni ‘80, un godimento senza tempo grazie a una pasta perfetta, di una consistenza goduriosa che esplode letteralmente in bocca, di questo piatto dobbiamo rendere merito al ristorante bolognese Casa Merlò dove gli istrionici titolari Picchiotti e Tonelli sapranno strattonarvi con la loro cucina tradizionale (ma non solo), schietta, genuina, divertente, forse non avranno mai tre stelle Michelin ma il nostro cuore si. Per il secondo piatto invece andiamo a Marliana sui colli di Pistoia, all’agriturismo Il Bel Vedere. Una vista impareggiabile, il sorriso sincero dei simpatici titolari (Moreno, Michela e la figlia Martina) e un piatto perfetto - il fritto di pollo e coniglio - che rappresenta l’allegria e lo stare insieme.