Cronache
Amianto killer, la denuncia: "Le lobby lucrano sul commercio del crisotilo"
L’ONA chiede la messa al bando globale di questo amianto killer e denuncia: "Le lobby ci lucrano"
L’Osservatorio Nazionale Amianto evidenzia che anche l’amianto crisotilo, come tutti gli altri minerali asbestiformi, è cancerogeno e provoca oltre alle patologie fibrotiche(asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, con complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie) anche quelle neoplastiche (mesotelioma, tumore polmonare, alla laringe e all’ovaio, e allo stato attuale delle conoscenze anche i tumori del tratto digerente - faringe, stomaco e colon), con tempi di latenza che possono raggiungere anche i 50 anni e con 107.000 decessi ogni anno per i soli casi di mesotelioma e tumore polmonare, come accertato dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità e confermato dalle Monografie IARC, eppure non si riesce a ottenere il bando totale dell’amianto.
Ancora oggi soltanto 60 Paesi nel mondo hanno posto al bando il minerale, che si continua ad estrarre e lavorare per più di 2 milioni di tonnellate ogni anno, tra cui la Russia (il 28,3%), la Cina (23,5%), l’India (17,7%), il Brasile (10,1%) e altri paesi, cosicché proseguiranno le esposizioni (sono circa 125 milioni i lavoratori che sono a rischio di patologie asbesto correlate) e quindi questa vera e propria Shoah silenziosa proseguirà a tutto vantaggio di pochi grandi signori della morte.
Questo stato di cose è inaccettabile e le lobby dell’amianto vanno smascherate.
Pertanto, l’Osservatorio Nazionale Amianto sostiene con la Confederazione Internazionale dei Sindacati (Ituc), il Sindacato Mondiale dell'Industria (IndustriAll), l’iniziativa assunta dalle 12 nazioni africane che hanno chiesto l'inserimento dell'amianto crisotilo nella lista dei materiali pericolosi della Convenzione di Rotterdam, i cui componenti si riuniranno, a Ginevra, entro il prossimo 5 maggio.
Cosa fa il Governo Italiano?
Confidiamo che il Premier Gentiloni, cui va tutta il nostro incoraggiamento, possa far valere i principi della Costituzione repubblicana, che si fonda sulla tutela del lavoro e della salute.
“Abbiamo preso in prestito il nostro pianeta e quindi lo dobbiamo restituire ai nostri figli integro - dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. La salute del pianeta è la salute di tutti i cittadini, o meglio, di tutto il genere umano, e quindi la prevenzione primaria non è solo l’unica legge scientifica in grado di tutelare la salute dal rischio amianto, ma è anche una legge etico-morale che ha il suggello dell’autorevole insegnamento di Papa Francesco, ispiratore delle attività dell’ONA”. Lo stesso Papa Francesco ha pronunciato “Questa sorella (Terra) protesta per il male che provochiamo a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La distruzione dell'ambiente umano è qualcosa di molto serio”.
Negli anni, infatti, l’hanno sempre avuta vinta alcuni stati “canaglia”, che sono riusciti a bloccare il divieto di commercializzazione dell’amianto crisotilo ponendo il veto.
Ora l’iniziativa dei 12 stati africani tende a modificare le regole e a rendere sufficiente una maggioranza qualificata del 75%. In questo modo sarà più semplice imporre le limitazioni al commercio dell'amianto crisotilo.
Il Governo Francese, con décret 96-1133 del 24.12.1996, aveva imposto delle limitazioni alla fabbricazione, importazione e commercializzazione di prodotti contenenti amianto. Il Governo Canadese (28.05.1998) ha impugnato il provvedimento innanzi l’Organizzazione Mondiale del Commercio, con la conseguente apertura di una procedura di consultazione con la Comunità Europea. Il Governo Canadese informò il Dispute Settlement Body dell’OMC e chiese l’istituzione di un Panel per censurare le proibizioni imposte dal governo francese, sulla base della presunta violazione dell’art. 2 dell’Agreement on Technical Barriers to Trade (TBT Agreement), del principio di non discriminazione previsto nell’art. 111 del GATT, di tutte le altre disposizioni che proibivano le restrizioni alle importazioni, e per il fatto che ci si paventasse una lesione ai sensi dell’art. XXIII: 1 (b) del GATT. Il Panel istituito in data 25.11.98, sulla base del ricorso del Canada, ha poi formulato il rapporto al Dispute Settlement Body, perché fossero assunti provvedimenti e presentato in data 18.09.2000 con il Report WT/DS135/R European Communities - Measures Affecting Asbestos and Asbestos-Containing Products non ha soddisfatto il Canada, il quale ha ricorso all’Appellate Body dell’OMC per contestarne il contenuto. L’Appellate Body nel suo Report WT/DS135/AB/R European Communities - Measures Affecting Asbestos and Asbestos-Containing Products del 12.03.2001 ha parzialmente riformato il Report del Panel ed entrambi furono adottati dal Dispute Settlement Body in data 06.06.2001. Le decisioni del Governo Francese vennero ritenute legittime e compatibili con gli impegni assunti in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio, poiché questa disciplina adottata dalla Francia era giustificata dalla necessità di proteggere la vita e la salute umana ai sensi dell’art. XX B degli accordi del GATT.
Sulla base di questi precedenti, l’Osservatorio Nazionale Amianto non comprende le ragioni per le quali a tutt’oggi nell’ambito della Convenzione di Rotterdam non si riesca ad ottenere l’imposizione di limitazione al commercio dei materiali di amianto, ivi compreso il crisotilo che, come detto, è anch’esso allo stesso modo cancerogeno.
Essendo la convenzione e l’Organizzazione Mondiale del Commercio comunque degli organismi dell’ONU, come lo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità e a sua volta lo IARC, che hanno dichiarato anche l’amianto crisotilo cancerogeno, a maggior ragione del tutto legittimamente l’ONA insiste affinché vengano finalmente imposte restrizioni nel commercio dei materiali contenenti amianto.
Nei prossimi mesi, l’Osservatorio Nazionale Amianto inoltrerà una formale istanza presso la sede delle Nazioni Unite nella città di New York, affinché si dia corso a una formale declaratoria di sollecitazioni alla limitazione del commercio dei materiali di amianto ove ancora una volta, anche all’esito dei lavori in corso di svolgimento, non ci sia l’inserimento dell’amianto nella lista dei materiali dannosi per la salute.