Lecce, lo scandalo case travolge la politica. Coinvolto il senatore Marti
Lecce, voti e favori sessuali in cambio di case: 7 arresti e 46 indagati. Coinvolto il senatore leghista Marti. Ecco come funzionava il 'sistema'
Il terremoto giudiziario che fa tremare la Puglia e Roma parte da Lecce e ha numeri impressionanti: 7 arresti e 46 indagati, tutti a vario titolo accusati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, abuso d'ufficio e falso ideologico. Uno scandalo che vede al centro l'assegnazione delle case popolari nel comune pugliese in cambio di voti.
E i nomi sono tutti eccellenti, a partire da quello del senatore leghista Roberto Marti. Marti, indagato per abuso d'ufficio, falso ideologico e tentato peculato, è stato titolare dell'assessorato ai Servizi sociali del Comune di Lecce dal 2004 e il 2010, nella giunta di centrodestra guidata all'epoca dal sindaco Paolo Perrone. A partire dal 2010, con l'elezione al consiglio regionale della Puglia con il Popolo delle libertà, la carriera politica di Roberto Marti è stata in continuo movimento.
Nel 2013 venne eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione Puglia, sempre tra le fine del Popolo delle libertà, poi è passato a Forza Italia, partito che ha abbandonato per passare ai Conservatori e riformisti guidati da Raffaele Fitto. Nel 2015, Marti è passato al Gruppo misto insieme agli altri deputati Cor, fino a quando ha aderito a Noi con Salvini conquistando l'elezione al Senato alle ultime politiche.
Agli arresti domiciliari sono finiti anche l'ex assessore e attuale consigliere comunale Attilio Monosi (centrodestra), condsiderato il 'capo' della rete della gestione degli alloggi, il consigliere comunale pd Antonio Torricelli, l'ex assessore della giunta Perrone e attuale consigliere comunale Luca Pasqualini (gruppo misto), il dirigente comunale Lillino Gorgoni e il 27enne Andrea Santoro, leccese, quest'ultimo accusato anche per il pestaggio di un inquilino che aveva osato denunciare.
Pasqualini, in particolare, deve rispondere anche dell'accusa di aver ottenuto prestazioni sessuali da una donna in cambio dell'assegnazione illegittima di una casa. Nell'ordinanza si legge che la donna, di nascosto dal marito, avrebbe mandato dei messaggi all'amministratore comunale in cui si diceva disponibile a ricambiare sessualmente il favore. I due si sarebbero poi incontrati in due diverse occasioni proprio nell'ufficio di Pasqualini e avrebbero avuto dei rapporti intimi.
Misura dell'interdittiva per dirigenti e funzionari dell'ufficio casa Piera Perulli, Giovanni Puce, Paolo Rollo e Luisa Fracasso. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
Obbligo di dimora per Monica Durante e Monia Gaetani, entrambe leccesi, che fungevano - come ipotizzato dagli inquirenti - come "collettore elettorale", mettevano cioè in contatto gli abitanti della zona 167 della città, considerata l'epicentro del voto di scambio, con gli interessati a ottenere i voti elettorali.
Due indagati sono stati arrestati e condotti in carcere, si tratta di Uberto Nicoletti e Nicola Pinto, di 31 e 41 anni, leccesi. Sono entrambi inquilini di alloggi popolari situati nel quartiere Stadio di Lecce.
L'ipotesi di reato formulata dai magistrati ha accertato l'assegnazione indebita di alloggi di edilizia residenziale pubblica in favore di persone non collocate in graduatoria in posizione utile, l'occupazione abusiva di alloggi resisi disponibili per l'assegnazione nonché l'accesso illegittimo a forme di sanatoria di cui alla legge regionale 10 del 2014 concesse in assenza dei requisiti richiesti.
L'ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, in seguito a richiesta avanzata dalla Procura nel mese di dicembre dello scorso anno nell'ambito di indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce.
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