Cronache
“Lei non sai chi sono io”, i figli di Albino Ruberti sfidano i Carabinieri
Dopo Albino Ruberti, capo di Gabinetto del sindaco Gualtieri e prima di Zingaretti, multato dopo il lockdown, è toccato ai figli: “Sbagliate persone"
“Lei non sa chi sono io”. E dopo la multa del primo maggio 2020 – in pieno lockdown – per una grigliata fuori casa, la famiglia Ruberti ci ricasca col vizietto italico. Papà multato nel 2020 per una grigliata al Pigneto, conclusasi con un presunto, “Non sapete chi sono io... Le norme le scrivo io...”, stavolta è toccato ai figli.
I “cuccioli” del del capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Albino Ruberti, che aveva ricoperto lo stesso ruolo anche alla Regione Lazio con Nicola Zingaretti si son messi nei guai. I due, 19 e 17 anni, sono stati infatti fermati venerdì per un controllo dai carabinieri ai Parioli mentre erano con altri amici a bordo dell'auto del padre parcheggiata in strada. Solo che, quando i militari hanno chiesto i documenti per identificarli, i due avrebbero reagito in malo modo, spiegando che, visto il ruolo ricoperto dal padre in Campidoglio e prima ancora in Regione, i Carabinieri avrebbero dovuto fermare altri e non loro o li avrebbero fatti trasferire. Un atteggiamento che certo non ha impensierito gli uomini dell'Arma, i quali, andati avanti con l'identificazione, hanno anche scoperto come un episodio analogo, con simili recriminazioni, fosse capitato poco più di 15 giorni fa.
Il più grande già identificato a piazza Euclide
Il più grande dei due fratelli era stato infatti già identificato a metà gennaio durante un controllo a piazza Euclide. In quel caso, i Carabinieri avevano invitato i ragazzi presenti in strada, circa una cinquantina, a indossare le mascherine e mantenere il distanziamento.
Tra i sei 'refrattari' per cui stava per scattare la multa anche il 19enne figlio del capo di gabinetto del sindaco, che, pur non facendo in quell'occasione riferimento specifico al padre, avrebbe detto ai carabinieri di aver sbagliato a 'beccare' proprio chi non dovevano prendere, accusandoli di non saper fare il proprio lavoro e dicendo loro che comunque presto non lo avrebbero fatto più.
La tirata di orecchie di papà
Per i due è scattata una multa, "regolarmente pagata" fa sapere il padre all'Adnkronos. Ma soprattutto un aspro rimprovero da parte del genitore, che ha invitato energicamente i figli ad avere il massimo rispetto per carabinieri e le forze dell'ordine in generale e a non ricascarci più.