Cronache

Leroy Merlin, merci gettate e disordine (senza rubare). Per salvare Piacenza

Di Redazione Cronache

Finti clienti entrano e creano scompiglio in tutti i negozi sparsi per l'Italia. Una mossa per non far chiudere il centro emiliano: 500 famiglie a rischio

Leroy Merlin, i sabatotaggi per scongiurare la chiusura del negozio di Piacenza

Una singolare forma di protesta sta prendendo piede e mette in difficoltà l'azienda, si tratta del caso Leroy Merlin. Da Milano a Bologna i blitz dei lavoratori per evitare la chiusura del negozio di Piacenza. Circa 500 famiglie sono a rischio ed è scattata una solidarietà diffusa da parte dei colleghi di altri negozi sparsi per l'Italia. Entrano - si legge su Repubblica - come normali clienti, chiedono scusa a quelli veri e ai lavoratori in turno, poi cominciano a svuotare gli scaffali da tubi, guaine e utensili e li abbandonano davanti alle casse o nei corridoi, lasciando il caos dopo aver enunciato i motivi della loro protesta. Sono sindacalisti del Si Cobas, lo hanno già fatto trenta volte nell’ultimo mese in tutto il nord-ovest: da Bologna a Caponago, da Torino e la cintura a Mantova, passando per Genova, Alessandria, Brescia e la Brianza, non c’è negozio della catena francese che non abbia assaggiato questo mordi e fuggi.

Leggi anche: L'affinità dei film horror amati da Elena Cecchettin con la morte di Giulia

Leggi anche: Filippo, dopo il giudice ascoltato dal Pm. Analisi su coltello e libro bimbi

Leroy Merlin - prosegue Repubblica - ha cominciato a presentare esposti, almeno due sono sulle scrivanie delle Procure di Piacenza e Milano, carabinieri e poliziotti dei vari Nuclei Informativi e Digos lavorano sulle immagini delle telecamere ma è perfino difficile ipotizzare un titolo di reato: non atti vandalici, se nulla è stato rotto, tantomeno devastazione e saccheggio, e neppure arbitraria invasione di terreni. Forse manifestazione non autorizzata. Mentre cresce la solidarietà, in Rete sui blog antagonisti e ora pure tra qualche cliente, con il mezzo migliaio lavoratori che rischiano il posto nel polo di Castel San Giovanni. Ruben Bongiovì, delegato Si Cobas, non ci sta: "Noi teniamo al posto di tutti. Hanno proposto un indennizzo di trasferimento di 5mila euro lordi e buonuscite fino a un massimo di 25mila euro lordi. Facessero proposte serie, non siamo bambini. E, quanto alle proteste, nessuno ha spaccato niente".