Mafia, colpo al clan Rinzivillo di Gela: 10 arresti
Gela, blitz contro il clan Rinzivillo: eseguite 10 misure cautelari
E' di 10 arresti il bilancio di un'operazione contro il clan Rinzivillo di Gela, legato a Cosa nostra. Gli agenti della Squadra mobile di Caltanissetta e del Commissariato di Gela hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione, traffico e spaccio di stupefacenti, alterazione di armi giocattolo o a salve rese adatte a sparare e vendita e cessione di armi da sparo. Contestata l'aggravante di avere commesso i fatti al fine di agevolare Cosa nostra a Gela e sul resto del territorio siciliano.
Tra gli arrestati anche un pentito. Il primo luglio 2013, ricostruiscono infatti gli investigatori, dopo l'operazione "Mutata arma", uno degli arrestati aveva deciso di collaborare con la giustizia, fornendo, fin da subito, importanti informazioni sulle organizzazioni mafiose di Gela e su alcuni soggetti soliti a modificare armi da fornire anche alle organizzazioni mafiose ed al traffico di droga. L'indagine ha permesso di riscontrare che tutti gli indagati si erano affiliati con esponenti mafiosi dell'ala Rinzivillo di Cosa nostra gelese, occupandosi del traffico di stupefacenti. Due degli arrestati, secondo quanto e' emerso dalle precedenti operazioni di Polizia "Malleus" e "Fabula" e alla luce dei successivi processi conclusisi con importanti condanne, erano risultati essere rilevanti esponenti del clan specializzati nello smercio di droga nel centro gelese. Le indagini, viene sottolineato, non soltanto hanno offerto un ulteriore riscontro a tali risultanze, ma hanno, anche, permesso di identificare i complici che erano consapevoli di favorire importanti esponenti della cosca. Inoltre, le intercettazioni hanno registrato il particolare attivismo di uno degli arrestati e dei suoi figli nella gestione di un vero e proprio laboratorio utilizzato per la trasformazione di armi inoffensive in armi idonee allo sparo che destinavano alla rivendita. Questi ultimi, in particolare, acquistavano alcune parti meccaniche, necessarie per modifiche delle armi da soggetti di Catania. Veniva cosi' riconosciuta una vera e propria associazione criminale dedita alla commissione di piu' reati in materia di illecita fabbricazione, porto e detenzione di armi.