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Cronache
Mancia, questa sconosciuta: ora si può lasciare anche con la carta di credito

Mancia al ristorante, secondo la legge si può lasciare anche con la carta di credito

Dare la mancia al ristorante o al bar sembra essere sempre meno di moda. Un lento cambiamento che si è consolidato con la pandemia e un progressivo abbandono dei contanti. Eppure anche con le carte è possibile lasciare una gratifica per il servizio. Forse, per un Paese come l'Italia dove c'è ancora chi non accetta pagamenti elettronici potrebbe sembrare un'utopia, ma per chi si dovesse trovare senza contanti in tasca e volesse elargire una ricompensa extra insieme al conto è opportuno sapere che dal punto di vista legale è possibile.

Le mance, erogate liberamente dal cliente, fanno parte a tutti gli effetti del reddito da lavoro dipendente (così come ogni emolumento, compenso, donazione remuneratoria, indennità corrisposta da terzi e non dal datore di lavoro, sulla base che senza quel lavoro non sarebbero state date). In quanto parte del reddito sono soggette a tassazione. Tra l'altro questo non da ora ma dal 1997, secondo il principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente, in virtù del quale costituisce reddito imponibile ogni compenso percepito in ragione dell’attività lavorativa svolta. In altre parole le mance devono essere dichiarate e tassate come il resto del reddito, altrimenti si tratta di soldi percepiti in nero. Certo, non si è mai sentito qualcuno inserire nella dichiarazione dei redditi le mance ricevute, però questo non significa che non si possa fare.

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Dunque la novità introdotta dalla legge di Bilancio del 2023 non riguarda l'imponibilità delle mance, ovvero il fatto che su di esse si debba pagare le tasse, ma che queste siano sottoposte a un regime specifico nel caso di esercizi ricettivi (hotel e simili) e di somministrazione di alimenti e bevande (come bar o ristoranti). Per questi le mance corrisposte dai clienti ai lavoratori “anche attraverso mezzi di pagamento elettronici” sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’Irpef (e delle relative addizionali regionali e comunali), nella misura ridotta del 5%, a meno di esplicita rinuncia scritta da parte del prestatore di lavoro.

Per i consumatori, insomma, non cambia nulla se la mancia viene elargita in contanti o tramite pagamento elettronico. Così come non è un obbligo, né reale né morale. Piuttosto è un'abitudine, gradita certo ma non dovuta. 

 

 

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