Cronache

Manuel: "Ambiente del nuoto? Una famiglia, ora mi ispiro a Bebe Vio"

Parla Manuel Bortuzzo, dopo l'agguato di una settimana fa nel quartiere di Roma Axa

Manuel: "ambiente del nuoto? Una famiglia, ora mi ispiro a Bebe Vio"

 "Per ora penso di tornare a casa il piu' presto possibile, e stare sempre meglio. A migliorare ogni giorno, sempre di piu', fisicamente". In un'intervista al Corriere della Sera, Manuel Bortuzzo parla di come e' cambiata la sua vita dal letto d'ospedale al San Camillo. E di quanto senta vicino tutto l'ambiente del nuoto."E' diventato come una famiglia, la nostra famiglia. Mi chiedono ancora come sia possibile tutto questo. Mi vogliono bene dappertutto, e' una sensazione bellissima. Li ringrazio tutti. Ad esempio ho saputo che a Mestre i ragazzi in gara hanno indossato delle magliette con la mia faccia. Ci sono persone che non mi conoscono, ma che mi dicono 'ti voglio bene'. E mi considerano un punto di riferimento. Non so spiegarmelo, ma so che e' bello, molto bello".

"Sono sempre stato appassionato di nuoto - racconta - Non mi ricordo davvero quando e' iniziata. Forse ho capito che faceva davvero per me guardando mia sorella Michelle che gia' andava in piscina. E da allora non mi sono piu' fermato".

Un campione di riferimento? "Non so perche', ma in questi giorni la prima persona che mi e' venuta in mente e' stata Bebe Vio...". La sera dell'agguato? Il proiettile che lo ha colpito "per sbaglio"? "Ricordo tutto di quella scena almeno fino a quando ho avvertito il dolore". I due che hanno sparato? "Non li conosco. Solo dopo, quando mi sono risvegliato in ospedale, mi hanno raccontato che fanno parte di una gang, che ci sono di mezzo pugili e malavita, la mafia". Ma di loro "non mi importa proprio niente, adesso devo pensare ad andare avanti per la mia strada".