Cronache

Marketing elettorale, vince lo stile Usa. Calenda stravolge i budget per Roma

Il leader di Azione, Calenda, sconvolge i budget dei partiti. Su Roma piovono mascherine, t-shirt, borse e bus personalizzati

L'ondata di comunicazione di Carlo Calenda con manifesti sui bus Atac, t-shirt, cappellini, mascherine, borse e altri gadget di qualità da distribuire agli elettori romani, fa salire i budget per affrontare una campagna elettorale di straordinaria lunghezza.

La chiave “moderna”, in pieno stile Usa e lontana dalle lenzuolate di manifesti photoshoppati che da sempre incartano Roma con cui Calenda ha aperto la “battaglia di Roma”, ha spiazzato gli altri partiti in campo, costretti a rivedere strategie e soprattutto le ipotesi di spesa che, tra pandemia, impoverimento di Roma e necessità di dare l'immagine di estrema morigeratezza, avevano fatto ipotizzare per i candidati a sindaco di maggior peso, il divieto di superare la soglia del milione di euro.

La corsa di Calenda, dalle apparizioni televisive, si è spostata nelle strade. Non solo incontri ravvicinati coi romani, ma anche un'offensiva di fine primavera che punta a incidere sulla memoria dei romani e sui sondaggi. E la velocità con la quale il leader di Azione si è messo in pista imbarazza il Pd che si giuoca nel risiko del marketing elettorale la carta delle Primarie e, soprattutto, il centrodestra, arrotolato su se stesso nella ricerca del candidato giusto. Non è solo una questione di nomi con Michetti, Matone, Gasparri e Giancarlo Cremonesi, l'ex presidente Camera di Commercio di Roma e Acea, ultimo outsider uscito dalla riunione di martedì scorso, ma il gradimento dei singoli candidati rispetto agli storici stakeolder del centrodestra romano che di solito non si tirano indietro quando c'è da finanziare una campagna elettorale. Freddi su Gasparri, indecisi su Michetti, nell'ambiente delle imprese romane c'è chi preferirebbe figure di maggiore autonomia politica e di grande rappresentatività, per restituire quella visibilità nazionale e internazionale che il Raggismo ha offuscato permettendo ai giornali e alle tv di mezzo pianeta di deridere Roma per topi, gabbiani, rifiuti e indecisioni politiche. La vicenda Stadio della Roma, insieme al No alle Olimpiadi hanno freddato gli investitori che vorrebbero Roma più snella nella burocrazia, con procedure certe e tempi certi per realizzare le opere. Una necessità stimolata dal Recovery Found per l'intera nazione e che per la Capitale diventa un'urgenza. Dunque, il sindaco di Roma non si deve limitare ad essere un amministratore ma devo avere un immagine affidabile per chi vorrebbe investire su Roma.

Allarme rosso anche in casa Pd che devo misurarsi con due “avversari”, il Movimento della Raggi già pronta con le liste d'appoggio e in campagna elettorale dal settembre 2020 e Calenda.