Cronache
Massa, 33 morti sospette all'ospedale Noa: indagato il primario
Massa, la Procura indaga sui decessi avvenuti in 20 giorni, tra dicembre 2017 e gennaio 2018, all’ospedale delle Apuane di Massa. Si pensa a un batterio
La Procura di Massa ha iscritto nel registro degli indagati il primario di medicina generale dell'ospedale Noa di Massa, Alessandro Pampana, nell'ambito dell'inchiesta aperta su 34 morti sospette a causa di una presunta infezione da batterio. L'ndagine è stata aperta con un fascicolo per omicidio colposo per la morte di Fernarda Ballerini, la donna deceduta al Noa il 31 dicembre del 2017. Sotto esame sono finiti poi 34 decessi nel reparto di medicina dell'ospedale delle Apuane nel periodo compreso tra il 20 dicembre 2017 e il 10 gennaio 2018.
Dopo l'iscrizione nel registro degli indagati del primario, la Procura ha disposto la nomina di due consulenti tecnici che esamineranno tutte le cartelle cliniche e tutta la documentazione sanitaria riguardante i 34 pazienti. La vicenda è iniziata nel febbraio scorso con un esposto firmato da Stefano Benedetti, all'epoca consigliere di Forza Italia e ora presidente del Consiglio comunale, che chiedeva alla Procura di fare chiarezza sulle 34 morti avvenute nel reparto di medicina tra gli ultimi giorni del 2017 e i primissimi giorni del 2018. Benedetti, come ha ricostruito l'edizione locale del "Tirreno", ha definito quelle morti "sospette" e ricollegabili alla diffusione, in ambiente ospedaliero, di infezioni da batteri intestinali. Nell'esposto raccontava che gli era stato riferito "di pazienti entrati in ospedale per patologie ben diverse dalle infezioni, magari per problemi di tipo ortopedico, ma deceduti per gli effetti di contagio da batterio, in particolare da clostridium".
Benedetti chiedeva, quindi, alla Procura di fare chiarezza e sollevava pure perplessità sul rispetto dei protocolli facendo notare che nel reparto di medicina erano state assunte misure precauzionali e affissi cartelli per il rispetto di quelle misure "soltanto dopo la sua denuncia". L'azienda sanitaria replicò seccamente, con tanto di conferenza stampa, spiegando che le misure assunte e in vigore da anni erano da protocollo e querelò il consigliere comunale per diffamazione. La Procura è andata avanti e, di fronte all'esposto, ha aperto un fascicolo, di cui è titolare il sostituto procuratore Marco Mansi, ipotizzando il reato di omicidio colposo. Nei giorni scorsi ik parenti delle 34 persone decedute sono stati convocati al comando dei vigili urbani per la notificato di un atto della Procura. Il pubblico ministero ha, infatti, disposto la nomina di due consulenti tecnici, il dottor Filippo Bartalesi e la dottoressa Martina Focardi, e ha avvisato le parti offese, i parenti, che l'incarico verrà conferito il prossimo 1° ottobre. Dallo stesso atto notificato al dottor Alessandro Pampana, il primario ha scoperto di essere stato iscritto nel registro degli indagati, come responsabile del reparto. A chiarire i contorni dell'indagine è la stessa Procura che ha definito l'iscrizione del medico "un atto dovuto, a tutela dell'indagato".
"Siamo in una fase preliminare - aggiunge la Procura - Dobbiamo comprendere come sono andate le cose". L'iscrizione del primario nel registro degli indagati è stata fatta perchè gli inquirenti devono compiere una serie di accertamenti irripetibili, tanto che la Procura chiarisce che si tratta di "un indagato strumentale. Gli accertamenti della Procura - si legge nell'atto con cui si informa della nomina del consulente - si estendono anche a strutture esterne al Noa "quali la don Gnocchi di Marina di Massa" perché lì sarebbero stati ospitati pazienti con necessità di riabilitazione, poi tornati in all'ospedale delle Apuane dove è avvenuto il decesso.
Massima solidarietà al medico indagato dall'Azienda sanitaria che sull'inchiesta ribadisce quanto aveva già chiarito in occasione dell'esposto di Benedetti: "Il numero delle morti - come emerge da una relazione interna all'Asl e successiva ai decessi (ndr) - sono in linea con quelle avvenute nello stesso reparto negli anni precedenti e con quelle in reparti di ospedali simili per volume e attività". L'Asl precisa inoltre che chi, dei 34, uno è morto per polmonite infettiva, diagnosticata già al momento del ricovero.