Cronache
"Maternità? Italia al palo. Lo Stato dia un reddito a tutte le donne"

"Siamo una nazione che si sta spegnendo perchè punisce le donne, anzichè aiutarle": il commento di un lettore di Affaritaliani.it
Maternità e lavoro, donne sempre troppo poco tutelate: come arginare il fenomeno?
Un lettore scrive ad Affaritaliani.it a seguito di "Prima pagina", la rassegna stampa quotidiana in onda su Rai Radio 3, condotta questa settimana dal vicedirettore Lorenzo Zacchetti (tutte le puntate sono disponibili in podcast su Rai Play Sound).
"Desidero condividere con lei questa mia riflessione/proposta sul tema della denatalità. Parto dal mio caso personale: ho tre figlie, la prima lavorava come commessa in un bar, con contratto tempo determinato (annuale). Appena il titolare ha saputo che era incinta le ha detto che non le avrebbe rinnovato il contratto perchè non poteva sostenere i costi. Tutto legale, così è stato e buonanotte lavoro (comunque è nato il nostro nipotino Elia!).
La seconda ha un lavoro a tempo indeterminato ed ha avuto il nostro secondo nipotino, Libero, senonchè avrebbe voluto continuare a crescerlo lei almeno fino all'anno o forse poco di più. Ma cosa succede? Decurtazione dello stipendio dopo il settimo mese. Perchè... così non si fa! Si deve venire a lavorare! Non importa se i nidi costano (quando ci sono) o non ci sono nonni che possano stare con i nipoti! La terza ci dice che lei non avrà mai figli: preferisce fare la zia che viaggia e porta regali ai nipotini.
Allora: io sono convinto di vivere in una società che punisce le donne che avviano una maternità. Infatti, il risultato è di 100.000 bambini non nati ogni anno. Ce lo meritiamo. Siamo una nazione che si sta spegnendo perchè punisce le donne che desiderano mettere al mondo o seguire al meglio il proprio (e magari unico) figlio, perciò... ce lo meritiamo. Proprio da poco l'ultima bella: per il concorso da capo vigili comunali volevano il certificato di gravidanza negativo di non più di 5 giorni!
E così, in una nazione che si sta spegnendo, mi viene un pensiero: ma dove sarebbe meglio crescessero i miei nipoti? Quale altra nazione potrebbe dare a loro e ai loro figli più qualità di vita? Dobbiamo proprio andarcene? Ma... Se considerassimo la maternità al giorno d'oggi un valore assoluto, da promuovere e proteggere adeguatamente (l'assegno unico è un'inezia, raccoglie solo le briciole necessarie), allora forse dovremmo avere il coraggio di convincere 100.000 donne ogni anno ad avere almeno un figlio.
Come? Garantendo loro un assegno adeguato di maternità, ad esempio, 1.500 € nette per 3 anni. Il costo? 1.500*12*3*100.000=5.400.000€ a regime, e magari sostenuto per 10 anni di fila. Non importa se la donna abbia famiglia stabile oppure no, è lei che deve essere protetta e rassicurata, qualunque che sia la sua posizione in una relazione di coppia (ma anche come single!!!).
Gli economisti potrebbero dire la loro, non tanto sul costo, ma sul guadagno dell'indotto! Se... così si può chiamare il fatto di aumentare il numero di cittadini, di teste pensanti, di sostegno alla nazione, di geni, di artisti, di persone semplici e oneste che fanno il loro benedetto lavoro... Quanto vale questo indotto nel futuro? Riusciremmo a calcolarlo? Credo che, ad esempio, le assicurazioni ne sappiano qualcosa, tant'è che "pagano" le vite non più vissute per varie cause... Se digita "quanto vale una vita" su Google viene fuori questo: "Negli Stati Uniti il valore di una vita statistica è di circa dieci milioni di dollari. In Italia è di circa cinque milioni di euro".
Perciò, quanto dovrebbero valere questi 100.000 nuovi bambini nati ogni anno? varrebbe la pena di investire? Come ho proposto si spenderebbero 54.000.000 in 10 anni, per permettere la nascita di 1.000.000 di bambini, i quali "varranno" nella vita... 1.000.000x5.000.000=5.000 miliardi. Se non sbaglio, il conto è: investo 54 e guadagno 5.000. Non so se le cripto farebbero altrettanto. Lascio a lei lo spunto per una riflessione che mi piacerebbe intitolasse proprio "reddito di maternità", se lo ritiene".
Commento a cura di Fabio Bassetti