Cronache

Matilde, campionessa con sindrome di down. Ma un gap legislativo non l'aiuta

La storia di Matilde, 25enne campionessa italiana Special Olympics Golf, con un cv che lascia a bocca aperta:ma un gap legislativo non la aiuta a trovare lavoro

Matilde, la campionessa di golf che sogna un'occasione

Campionessa Italiana Special Olympics Golf, convocata alla partecipazione dei Campionati Mondiali del 2019. Ma non solo. Diplomata in un istituto d'arte, lavora da volontaria come assistente in cucina e in mensa scolastica, ha un attestato di acconciatore con valore di specializzazione e uno di truccatore artistico emesso dalla Regione Lombardia con applicazioni in trucco correttivo, fotografico, cine-televisivo, teatrale, effetti speciali base e body painting. Ancora non è abbastanza: ora sta studiando anche pittura, in particolare la tecnica dell'acrilico su tela. 

Un curriculum stupefacente, quello di Matilde, ragazza di 25 anni che vive a Milano. Matilde ha la sindrome di down e nella sua vita ha raccolto certificati, titoli, vittorie, sfide, esperienze e grandi successi. Un curriculum tanto ricco e variopinto da lasciare a bocca aperta chiunque. Soprattutto chi pensa che “differenza” non significhi altro che “limiti”.

Ora Matilde vorrebbe un lavoro appagante che la renda autosufficiente a livello economico. Ha studiato molto e ha ottenuto così tanto, che vorrebbe non dover limitarsi a stage infiniti o lavori di ripiego. Certamente una persona con sindrome di down può avere tempi di apprendimento diversi e potrebbe necessitare di un sostegno. Ma Matilde in fondo sogna solo di avere le stesse opportunità di tutti. Detto in altre parole, poter ambire a un lavoro ottenuto in base alle proprie capacità e al percorso formativo svolto.

Il problema è che però in Italia esiste un gap legislativo. La legge sulle Categorie Protette promuove l’inserimento nel mondo lavorativo delle Persone Disabili e delle Persone a cui la legge riconosce una condizione di svantaggio. Ma le persone con Sindrome Down non sono tutelate. La percentuale di chi non è mai entrato nel mercato del lavoro è elevata anche tra coloro che hanno limitazioni funzionali lievi. Infatti meno di una persona su tre con sindrome di down lavora.

Come risolvere il problema? Occorrerebbero sgravi fiscali per i datori di lavoro che assumo questi ragazzi. La decisione di impiegarli non dovrebbe essere circoscritta a un atto di buon cuore, ma un’effettiva opzione, come tante altre possibili per le imprese. Ecco allora che il risparmio, in termini di tasse pagate, potrebbe bilanciare (anche a livello economico) una possibile minore produttività, maggiore lentezza nell’apprendimento o più limitata indipendenza del lavoratore.

Il sogno di Matilde e di migliaia di persone con la sindrome di down perché si avveri richiede lungimiranza e un intervento legislativo. Ma richiede anche l'aiuto delle persone. Matilde ha lanciato un blog, Matilde in Wonderland, che parla di lei, dove racconta il suo sogno e sono pubblicato molte fotografie. Chiunque, diffondendo la sua storia, può aiutare lei e tanti altri ad avere le opportunità che meritano.