Cronache
Messina Denaro ricoverato, il garante dei tenuti: "Vigile ma in intensiva"
Il boss di Cosa Nostra ai pm: "Vi dico la verità sull'uccisione del piccolo Di Matteo e che ha fatto Brusca"
Messina Denaro ricoverato, il garante dei detenuti: "Vigile, ma in terapia intensiva"
"Matteo Messina Denaro si è risvegliato dall'operazione che è andata molto bene, è vigile e attivo. E' in terapia intensiva solo per prassi dopo interventi del genere". Lo riporta l'Ansa citando il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, il quale si è espresso dopo l'intervento a cui è stato sottoposto all'ospedale dell'Aquila il boss mafioso. "La degenza in ospedale dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna - afferma ancora Cifaldi - Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere".
Messina Denaro: "Non per fare il superuomo ma senza il tumore non mi avreste mai preso"
Matteo Messina Denaro è stato operato e per lui si prospetta una degenza non breve nella cella ospedaliera dell’ospedale de L’Aquila. Nel nosocomio del capoluogo abruzzese, il boss è stato trasferito dal regime del 41bis tra ingenti misure di sicurezza a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute, da tempo è malato di tumore. Messina Denaro nei giorni scorsi è stato anche sottoposto ad un interrogatorio, il boss di Cosa Nostra ha sfidato i magistrati negando di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga. "Io mi sento uomo d'onore ma non come mafioso, Cosa nostra la conosco dai giornali. Magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra, La mia vita non è stata sedentaria, è stata una vita molto avventurosa, movimentata», ha inoltre affermato, ammettendo di fatto la latitanza e di aver comprato una pistola, ma di non averla mai usata.
Durante l’interrogatorio Messina Denaro ha inoltre detto ai pm di essere stato catturato a causa della malattia. "Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia", ha affermato il capomafia, aggiungendo inoltre di aver rinunciato alla tecnologia "fino quando ha potuto" perché sapeva sarebbe stato un punto debole. Per spiegare, inoltre, ai magistrati il cambio di passo sulla gestione della latitanza il 13 febbraio scorso ha citato il proverbio ebraico: "Se vuoi nascondere un albero piantalo in una foresta. Ora che ho la malattia però non posso stare più fuori".
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