Cronache
Migranti, focolaio sulla Moby Zaza: ira dei residenti di Porto Empedocle
La nave a largo di Porto Empedocle è quarantena ed è stata dichiarata zona rossa
Circa 28 migranti positivi al Covid-19 sono bloccati sul traghetto Moby Zaza. Trasbordati la scorsa settimana dalla Sea Watch 3 stanno passando la quarantena a largo di Porto Empedocle ma la gente del posto, come scrive Il Giornale, inizia ad essere preoccupata.
Parlando con i cittadini di questa comunità affacciata sul Mediterraneo, tutti iniziano con una premessa: “Non siamo razzisti”. “Quanti sacrifici fatti in questi mesi – racconta un commerciante della centralissima via Roma – Chiusi in casa per sperare di non avere il virus sotto casa. Non è bello sapere che dobbiamo convivere con la presenza di persone infette”. Anche se la nave adesso è in rada, la gente comunque ha paura: “Fa impressione – conferma un altro cittadino di Porto Empedocle affacciato dal belvedere di Piano Lanterna –Di punto in bianco ci siamo ritrovati una zona rossa dentro una nave a due passi dal nostro porto”. È l’aspetto psicologico qui ad essere maggiormente provato: quando il Covid sembrava un brutto ricordo, il solo fatto che si parli di una zona rossa, seppur limitata ad una nave in rada, ha fatto ripiombare la gente nell’incubo di poche settimane fa. E c’è anche chi adesso fa due conti con le proprie tasche: “Avevo detto a molti miei clienti abituali di tornare, che qui è sicuro – dichiara un ristoratore –E ora? Chi verrebbe in un paese dove c’è una nave dichiarata zona rossa?”
A confermare gli umori della comunità di Porto Empedocle è anche il sindaco, Ida Carmina. Raggiunta al telefono, il primo cittadino non ha nascosto le proprie preoccupazioni: “Non è una situazione semplice – dichiara il sindaco –Molti miei concittadini hanno paura ed hanno ragione. Qui, come in tutta Italia, abbiamo fatto sacrifici per prevenire il Covid”. Ida Carmina ha voluto subito porre l’attenzione su un dettaglio del trasbordo avvenuto domenica dalla Sea Watch 3 alla Moby Zazà: “Mi hanno detto che è avvenuto via terra, con dei pullman usati per portare da una nave all’altra i migranti. A guidare quei mezzi poteva essere gente del luogo, che è venuta a contatto con persone potenzialmente infette – ha infatti dichiarato il sindaco – Perché hanno fatto questa scelta?”. Al primo cittadino è stato spiegato che le condizioni del mare non rendevano semplice il trasbordo in rada: “Ma allora – ha proseguito Ida Carmina – Perché non aspettare che le condizioni migliorassero? A Palermo ad aprile hanno fatto queste operazioni a largo proprio in quanto i porti non sono dichiarati sicuri dal governo”.
Sempre come riporta Il Giornale, esponente del Movimento Cinque Stelle, nei giorni scorsi il sindaco di Porto Empedocle ha attirato non poche polemiche da sinistra in quanto ha definito le Ong “taxi del mare”: “Confermo – rincara al telefono Ida Carmina – Guardi, noi siamo gente di mare e sappiamo come vanno certe cose. Se c’è necessità di soccorrere delle persone in mare, è istintivo portare subito i migranti salvati verso un porto sicuro. Ma la Sea Watch invece ha fatto altro: è stata nello stesso tratto di mare per diversi giorni, andando verso la terraferma solo quando ha esaurito i posti a bordo. Questo a me sembra un comportamento da taxi”. Infine, il sindaco non ha mancato di sottolineare un aspetto spesso rimarcato da molti sindaci dell’agrigentino: “Ci sentiamo lasciati soli da tutti. Io sono stata avvisata dell’arrivo della Sea Watch poco prima dell’ingresso della nave in porto. Questo è un vero cortocircuito istituzionale che non ci possiamo permettere”.