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Cronache
Migranti, sequestrata la nave Aquarius. Pm: "Scaricò rifiuti pericolosi"

Migranti: "scarico' rifiuti pericolosi", sequestrata Aquarius

La nave Aquarius dei Medici senza frontiere è stata sequestrata su ordine della magistratura italiana perché avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata, come se fossero rifiuti urbani. L'accusa riguarda la Ong e due agenti marittimi e ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave, attualmente nel porto di Marsiglia, e di 460 mila euro. L'indagine di Guardia di Finanza e Polizia, coordinata dalla Procura di Catania, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24mila chili di rifiuti.

Sequestro Aquarius: Salvini, ho fatto bene a bloccare navi Ong

"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi": lo ha twittato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo la notizia del sequestro della nave Ong Aquarius.

Sequestro Aquarius: Procura, consapevoli di pericolosita' rifiuti

Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, e' emersa la consapevolezza da parte degli indagati della pericolosita' degli indumenti indossati dai migranti, in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio. Questa e' indicata anche nei rapporti sui salvataggi in relazione alle condizioni sanitarie dei migranti assistiti a bordo dell'Aquarius (ove si segnalano frequenti casi di scabbia, Hiv, infezioni del tratto respiratorio quali tubercolosi e meningite). L'illecita attivita' di smaltimento dei rifiuti pericolosi e' stata accertata con riguardo a 37 sbarchi dell'Aquarius e sette sbarchi della nave Vos Prudence, per un quantitativo complessivo di circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con il conseguimento di un indebito risparmio di costi per la Ong pari al profitto sequestrato di circa 460 mila euro. Il compendio indiziario e' stato acquisito attraverso l'effettuazione di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video, nonche' l'analisi di documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa ai citati sbarchi e gli scali tecnici delle navi Ong produttrici di rifiuti. In particolare, per ogni sbarco e scalo tecnico: - il Comandante della nave trasmette alle autorita' marittime e all'agenzia marittima raccomandataria - 24 ore prima dell'approdo - un modulo di notifica con l'indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire; in ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell'impianto portuale organizza il servizio di raccolta; - al termine delle operazioni, l'operatore ecologico consegna al Comandante o suo preposto il "buono di servizio giornaliero", valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati; - la ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico); - durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti (F.I.R.).

 Dalle indagini e' emerso che in occasione di tutti gli sbarchi lo smaltimento dei rifiuti era realizzato per il tramite della M.S.A. di Gianino che nei porti diversi da Augusta si avvaleva di propri sub-agenti, senza mai dichiarare la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo derivanti dagli scarti degli alimenti e dagli indumenti indossati dai migranti, seppur in presenza di numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanita' Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell'arrivo dei migranti nei porti italiani. Infatti, nel periodo gennaio 2017 - maggio 2018 venivano rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, AIDS e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati. L'accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l'agenzia marittima di Gianino Francesco consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall'altro allo stesso Gianino di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d'affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016. Altrettanto determinante e' risultato il contributo di Giovanni Ivan Romeo il quale, attraverso la sua societa' (Romeo Shipping s.r.l.), si e' occupato a Catania, per conto della MSA di Gianino, della intermediazione al ritiro dei rifiuti di bordo tra i comandanti delle navi Vos Pudence e Aquarius, e la societa' cooperativa "La Portuale II" - amministrata dal padre Mario Romeo - aggiudicataria del servizio di raccolta rifiuti all'interno del porto di Catania. Al fine di riscontrare il gia' grave quadro indiziario, le Fiamme Gialle etnee, il 10 maggio scorso, al termine dello sbarco di 105 migranti dall'Aquarius, verificavano e sottoponevano a sequestro il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore diretto presso il deposito della societa' cooperativa "La Portuale II". In tale circostanza si accertava che tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal Comandante dell'Aquarius quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo consistenti in indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonche' rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall'attivita' di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti.

Msf: "Misura sproporzionata e strumentale"

Medici Senza Frontiere (MSF) "condanna con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l'ennesima volta l'azione medico-umanitaria in mare". Così, Medici senza Froontiere dopo l'operazione della Procura di Catania. ''Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l'estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare'', dichiara Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per MSF. "Il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari, deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche - dicono - Ma tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando MSF ha avviato le attività in mare nel 2015". MSF, "che ribadisce piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, contesta la ricostruzione della Procura e respinge categoricamente l'accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un'analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, MSF presenterà ricorso al Tribunale del riesame".

''Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria'' dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di MSF in Italia. ''L'unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all'incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati''. "Due anni di campagne diffamatorie contro le attività di ricerca e soccorso, infondate accuse di collusione con attività criminali e la chiusura dei porti alle navi di soccorso hanno di fatto bloccato l'azione umanitaria in mare e scoraggiato tutti i tipi di nave dal soccorrere i barconi in difficoltà. Il risultato sono oltre 2.000 morti nel Mediterraneo solo quest'anno e un nuovo picco di sofferenze, mentre la guardia costiera libica sostenuta dall'Italia e dall'Europa intercetta sempre più persone in mare e le riporta alle terribili condizioni della detenzione arbitraria in Libia, in piena violazione delle leggi internazionali", dice Msf. Con cinque navi umanitarie attive in tre anni di operazioni in mare, "MSF ha soccorso oltre 80.000 persone in coordinamento con le autorità marittime e nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. La nave Aquarius, l'unica rimasta con a bordo un team medico di MSF, oggi è bloccata nel porto di Marsiglia dopo due revoche della bandiera in due mesi, per concertate pressioni politiche".

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