Cronache

Milano, scarcerati i gestori del bar accusati di aver ucciso a colpi di forbici il ladro di "Gratta e vinci"

di redazione cronache

Sebbene ne disponga la scarcerazione, la gip di Milano Tiziana Gueli afferma che non si può parlare di legittima difesa per l’omicidio di Eros Di Fonza

Rapinatore ucciso, il gip di Milano scarcera i gestori del bar

Il gip di Milano Tiziana Gueli ha disposto la scarcerazione e concesso i domiciliari a Zhou Shu e Chongbing Liu, accusati di omicidio per avere ucciso Eros Di Ronza che aveva commesso un furto nel loro bar.

Rapinatore ucciso, gip: "Indagati frustrati da altri furti"

Nel motivare la scarcerazione dei due cittadini cinesi accusati di avere ucciso Eros Di Ronza, la giudice di Milano conferma la qualifica di ‘omicidio volontario’ sottolineando che “non è ammissibile nel nostro ordinamento farsi giustizia da sé” ma riconosce che “il delitto è maturato in un contesto particolare, laddove i due arrestati, che cooperano nella gestione del bar di famiglia, avevano appena subito un furto che, a quanto dichiarato, è soltanto l'ultimo di una lunga serie”.

Dunque, anche se “la cruda dinamica del fatto e l’intensità dell’aggressione esercitata conducono a ritenere che sussista il pericolo di reiterazione di ulteriori condotte di violenza personale", viene disposta la misura dei domiciliari non considerando “necessaria” quella del carcere.

Rapinatore ucciso, gip: "No legittima difesa, vittima era a terra"

Sebbene ne disponga la scarcerazione, la gip di Milano Tiziana Gueli afferma che non si può parlare di legittima difesa per l’omicidio di Eros Di Fonza da parte di Zhou Shu e Chongbing Liu.

“Non può trovare applicazione la scriminante della legittima difesa – si legge nell’ordinanza -. Si ricorda che, affinché possa operare la predetta causa di giustificazione, è necessario che l'agente si trovi ni una situazione di pericolo attuale e che la difesa sia proporzionata all'offesa. Non sussistono nel caso di specie i presupposti indicati. In disparte il fatto che la vittima sia stata colpita al prima volta quando era sdraiata a terra, mentre stava uscendo dal bar al di sotto della saracinesca, si osserva che anche nel seguito e nella successiva fuga, in un momento in cui il furto era stato realizzato, veniva inseguita dagli indagati e colpita ripetutamente con numerosi fendenti, in una fase culminante ni cui non sussisteva alcuna necessità né di difesa personale né patrimoniale. Per quanto risulta la vittima non era armata e non ha reagito se non per parare i colpi”.