Cronache
Mortadella vietata al centro sportivo. "L'Islam impone la sua merenda"
Sarebbe stata la richiesta di una decina di famiglie musulmane a far cambiare idea sulla merenda da dare ai bambini che partecipavano a una tre giorni di sport
Islam: no alla merenda con la mortadella a Pontedera
Sarebbe stata la richiesta di una decina di famiglie musulmane a far cambiare idea sulla merenda da dare ai bambini che partecipavano a una tre giorni di sport organizzata al centro sportivo Bellaria di Pontedera. I panini con la mortadella, gia' pronti, potevano essere discriminanti per i piccoli di fede musulmana e quindi, secondo quanto riportato oggi sulla cronaca locale de La Nazione, 'schiacciata' toscana per tutti. Una scelta supportata anche da quanto previsto da una circolare del ministero che, per favorire l'integrazione, inviterebbe a dare cibo uguale a tutti.
La Lega insorge
Una decisione contro la quale e' insorto Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord, che in una nota sottolinea come "siamo noi a doverci integrare, a casa nostra, agli islamici che vogliono abolire il Natale, far andare in giro le donne con il burqa, far parlare in arabo i loro figli nei nostri quartieri, mettere moschee al posto delle chiese. Altro che integrazione, ormai siamo alla follia di dover essere noi ad adeguarci a usanze e pretese di chi e' appena arrivato qui e pretende di imporci il suo modo di vivere". "Un'assurdita' che una minoranza di 10 famiglie imponga la sua volonta' su 400 - continua auspicando l'intervento del Governo -, un messaggio sbagliato, anche a livello educativo, perche' significa darla sempre vinta a chi qui sta dimostrando in tutto e per tutto, quotidianamente, di non volersi integrare. L'Italia non e' l'Arabia". "E' pazzesco. La mortadella o melone (come si dice dalle nostre parti), il prosciutto cotto e crudo, e' parte fondamentale della nostra tradizione culinaria. La nostra cucina tipica e' la nostra cultura", commenta anche il sindaco di Cascina (Pisa), Susanna Ceccardi, anche lei leghista, per la quale "non e' integrazione ma disintegrazione".