Cronache

Morte Vialli doping, Di Chiara: "In quelle bibite c'erano colori strani"

L'ex calciatore del Parma e compagno di Dino Baggio ha detto la sua sul tema delle sostanze utilizzate dai calciatori negli anni '90

Morte Vialli, Alberto Di Chiara: "Le bibite avevano un colore strano ..."

Non accenna a placarsi la polemica attorno alla morte di Gianluca Vialli, soprattutto per l’associazione fatta con l’uso e l’abuso di sostanze dopanti da parte dei calciatori. Tanti i compagni dell’ex juventino che hanno detto la loro sul caso, e che hanno mostrato maggiore o minore preoccupazione per il caso, tra tutti Dino Baggio.

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Le sue parole riguardanti il doping, infatti, hanno fatto scalpore e stanno facendo il giro del mondo, trovando spalla nei racconti di altri calciatori di quei tempi, dal romeno Florin Raducioiu, che in quegli anni ha giocato in Italia con diversi club, a Massimo Brambati, ex difensore di Bari e Torino.

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Moria calciatori, Alberto Di Chiara: "Nessuna correlazione tra la morte di Vialli e il doping"

Ora è la volta di Alberto Di Chiara, che dal 1980 al 1997 ha giocato con Roma, Lecce, Fiorentina e Parma. Proprio in Emilia, negli anni d'oro del club gialloblu, ha condiviso lo spogliatoio con Dino Baggio, e mette le mani subito avanti: “Al di là dell’amicizia, non so quale fosse la sua preoccupazione, ma non mi pare ci sia una correlazione tra il doping e la morte di Vialli perché non c’è un riscontro scientifico. C'erano dei prodotti non dopanti, era quello che ci dicevano, e di certo non potevamo sottoporli ad analisi. Purtroppo poi nella vita può succedere di tutto, ma mi pare che le morti legate ai calciatori possano essere dovute alla fatalità”.

L’ex del Parma aggiunge: “Se poi Dino ha avuto questa esperienza e ha visto queste cose, rispetto pienamente le sue riflessione, ma abbinarle alla morte di Vialli mi pare fuori luogo". E spiega: “Forse perché 30-40 anni fa c’erano delle bibite con dei colori strani. Forse era Enervit, non so, ci dicevano così. Magari sono stato anche fortunato, ma se ci sono delle prove tiriamole fuori. A Parma ho giocato e non ho mai avuto sospetti o sensazioni, mai visto qualcuno iniettarsi cose di nascosto. Non mi è mai capitato e non credo sia mai successo".