Cronache
Nepal, si temono 10mila morti. 39 italiani ancora dispersi



















Le vittime del devastante terremoto che sabato ha colpito il Nepal potrebbero essere 10.000. Lo ha dichiarato il premier Sushil Koirala secondo il quale i morti accertati sono 4.349 e 7.953 feriti. Per l'Onu sono 8 le milioni per le persone colpite del sisma e di queste, 1,4 milioni, sono a corto di cibo. Koirala ha lanciato un appello alla comunita' internazionale affinche' fornisca tende, medicine ed assistenza sanitaria per la cura e la riabilitazione delle vittime del sisma. Il piccolo Nepal non riesce da solo a rispondere alle migliaia di richieste di aiuto di quanti sono sopravvissuti al devastante terremoto di sabato. Il premier Sushil Koirala ad una riunione di emergenza ha detto che "richieste di salvataggio stanno provenendo da ogni dove ma non siamo in grado di iniziare le procedure di salvataggio in molte zone contemporaneamente per la mancanza di equipaggiamenti e esperti".
IL VIDEO DELLA VALANGA SULL'EVEREST
LA FARNESINA: TROVATI 18 ITALIANI, 39 ANCORA DISPERSI - Sono "oltre 4mila" i morti per il terremoto di sabato scorso in Nepal, fra cui vengono conteggiati anche 4 italiani, a cui si aggiungono 2 connazionali ancora dispersi. La Farnesina conferma che diciotto italiani dati ancora per dispersi in Nepal sono stati rintracciati nella notte. Ma mancano all'appello ancora 39 italiani.
LE VITTIME ITALIANE - Tre delle vittime italiane sono originarie del Trentino. Si tratta di Renzo Benedetti, 60 anni di Segonzano, direttore della scuola di alpinismo della Sat di Cavalese, sposato e padre di un figlio; Marco Pojer di Grumes in Val di Cembra, cuoco della locale scuola materna; Oskar Piazza, speleologo e membro del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige. La quarta vittima è Gigliola Mancinelli, 50 anni, medico dell'Ospedale Cardiologico Lancisi di Ancona. La Mancinelli era assieme al trentino Oskar Piazza. Salvi il genovese Giovanni Pizzorni ed il marchigiano Giuseppe Antonini, gli altri due speleologi. In queste ore cresce l'apprensione per due trentini della zona di Arco sul lago di Garda dei quali non si hanno notizie dal giorno del terremoto.
Renzo Benedetti e Marco Pojer, due dei tre alpinisti trentini morti travolti da una frana staccatasi a seguito del devastante terremoto in Nepal, avevano deciso di effettuare una leggera deviazione di percorso perche' volevano portare medicinali ad un'anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni. Avevano detto ai compagni di escursione di proseguire lungo il sentiero. Stavano effettuando un'escursione sul Langtang Trek assieme a Iolanda Mattevi trentina di Segonzano, in ospedale con l'avambraccio ed un dito fratturato, ed Attilio Dantone, trentino della Val di Fassa rimasta miracolosamente illeso. Secondo l'ultimo bilancio fornito dal ministero dell'Interno nepalese, i morti sono oltre 4mila. I media locali hanno indicato che i feriti sono 6.535. Ma per la Caritas locale, il numero dei morti potrebbe arrivare a 6.000, considerando i distretti colpiti. Secondo l'Unicef sono un milione i bambini "seriamente colpiti" dal sisma.
"Cara mamma, io sto bene. Ero sulle montagne. A Kathmandu e' tutto distrutto". E' questo il testo del messaggio inviato via Skype a mamma Carolina da Aaron Hell, il giovane di 22 anni di Bolzano dato inizialmente per disperso sulle montagne dell'Himalaya a seguito del devastante terremoto. Il ragazzo e' riuscito a mettersi poco fa in contatto con la famiglia grazie a Skype dopo aver provato piu' volte, invano, un contatto telefonico.
Centinaia di migliaia di nepalesi dormono in tenda ed e' altissimo il rischio infezioni. "La nostra maggiore preoccupazione e' l'accesso ad acqua pulita e cure mediche", ha affermato un portavoce Christopher Tidey. Per lo stesso motivo, Save the Children ha invece lanciato l'allarme per migliaia di bambini a rischio ipotermia. Dormire in strada e in accampamenti di fortuna a Kathmandu e nelle altre aree colpite, nonostante le fredde temperature notturne e le forti piogge, innalza questo rischio, anche per gli adulti.
Non si hanno piu' notizie dal giorno del devastante sisma di un 24enne di Verona, Giovanni Cipolla, secondo quanto accertato dal quotidiano l'Arena, che ha sentito i familiari del giovane. Cipolla si aggiunge ai quattro speologi del Soccorso alpino che si trovavano a Langtang, uno dei villaggi distrutti: Giuseppe Antonini, 53 anni di Ancona; Gigliola mancinelli, 51 anni di Ancona; Oskar Piazza, del Soccorso alpino Trentino Alto Adice e un genovese. E' passata invece la paura per una bergamasca di cui non si avevano notizie dalla scorsa settimana.