Cronache

Olimpiadi 2032, nasce il patto per la candidatura di Bologna e Firenze

ANDREA CIANFERONI

Una tavola rotonda promossa da “La Nazione” e “Il Resto del Carlino”, lancia il progetto di candidatura delle amministrazioni locali per le Olimpiadi del 2032

Una tavola rotonda dal titolo “Olimpiadi 2032, Firenze e Bologna oltre il sogno” svoltasi martedi 1 ottobre sull’altana di palazzo Strozzi a Firenze, promossa dai quotidiani La Nazione e Resto del Carlino del Gruppo Riffeser Monti (presente il presidente FIEG Andrea Riffeser Monti), ha lanciato il progetto del sindaco di Firenze Dario Nardella, accolto con entusiasmo dal collega bolognese Merola, di candidatura dei due capoluoghi di regione ai giochi olimpici del 2032. Nardella ha sottolineato come il Comitato olimpico internazionale abbia modificato i criteri per l'assegnazione delle Olimpiadi: non si assegnano i giochi più a una sola città, ma anche a una regione intera. Al momento attuale il candidato più accreditato per le Olimpiadi del 2032 è il Queensland, regione dell'Australia più grande di tutta l'Italia messa insieme. Il fatto di proporre due città unite come Firenze e Bologna rappresenta un elemento che potrebbe rivelarsi vincente. Nella sala dell'Altana di palazzo Strozzi, affollata anche dagli studenti del Liceo scientifico sportivo Russell Newton di Scandicci, era presente anche il professor Romano Prodi, arrivato da Bologna, in veste di “padre nobile” dell'iniziativa, con i concittadini Pier Ferdinando Casini, deputato del Partito Democratico, il sindaco di Bologna Virginio Merola ed il governatore della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Per la Toscana, presenti il governatore Enrico Rossi ed il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, in veste anche di consigliere nazionale del CONI. A moderare l’incontro il direttore del quotidiano fiorentino La Nazione, Agnese Pini.  Nel corso della tavola rotonda sono stati illustrati i punti di forza, ma anche i punti deboli che possono essere superati per affrontare una sfida importante come quella della candidatura alle olimpiadi.  Per il governatore Enrico Rossi è diventato ormai necessario colmare il ritardo infrastrutturale (AV, aeroporto, terze corsie autostradali, Tirrenica), realizzando opere sensate facendo alleanze con altre città quali Roma. Opere infrastrutturali  non più procrastinabili, per Rossi, che è intervenuto dopo aver ascoltato il collega Stefano Bonaccini, che invece ha elencato i progetti già realizzati a Bologna quali la stazione di Alta Velocità e il potenziamento dell'aeroporto internazionale Guglielmo Marcomni,  che ha raggiunto i 9 milioni di passeggeri lo scorso anno.  "Due Regioni e due Città Metropolitane che si mettono insieme per un obiettivo comune – ha detto Rossi - è un fatto già di per sé di una certa rilevanza; l'Italia in fondo ha bisogno di un centro, centro-nord che la tenga unita, un fatto non banale in questo momento". Non più rimandabile, per Enrico Rossi, il nodo dell'Alta Velocità a Firenze, a Santa Maria Novella, dove continuando così non entrerà più uno spillo. Altro punto fondamentale, lo sviluppo aeroportuale con una pista adeguata alle esigenze. Bologna è di esempio con una stazione Alta Velocità che sarà presto collegata attraverso un people mover all'aeroporto.  Anche la Tirrenica – ha detto ancora Rossi - non può finire in un tratturo. Prendete la cartina dell'Italia: l'unico punto dove c'è un vuoto nel sistema autostradale costiero è sulla costa toscana. Se pensiamo di utilizzare località costiere per eventuali competizioni, sono indispensabili almeno 4 corsie in sicurezza. Senza poi dimenticare le terze corsie autostradali, soprattutto sulla Firenze Mare. Questi punti, oltre al fatto di impiegare bene le risorse a disposizione, sono condizioni base affinché la Toscana e l'area centrale possano essere in condizione di celebrare un evento così importante". Poi però avverte: "Con questo voglio mettere un freno all'entusiasmo. La mia vuol essere una spinta ad andar e dal governo a trattare. Sono impegnato in modo molto forte su questi temi da almeno dieci anni e visto passare governi e ministri di diversa collocazione, senza una soluzione per ora".