Cronache
Omicidio Cerciello, il pm chiede l’ergastolo per Hjorth e Lee Elder
I due giovani americani sono accusati di essere gli autori dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma durante l'estate del 2019
Omicidio Cerciello, pm: "Undici coltellate in 30 secondi"
Svolta nell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, ucciso nel quartiere romano di Prati il 26 luglio 2019. Il pubblico ministero di Roma, Maria Sabina Calabretta, nel corso della requisitoria ha chiesto la condanna all'ergastolo per Cristian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. Secondo l'accusa "è stata un’aggressione, un attacco violento, micidiale, sproporzionato. Poco avrebbe potuto fare per difendersi anche se fosse stato armato, ma non lo era. La finalità di quell’azione era unicamente uccidere". In aula anche il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, che ha coordinato l’inchiesta. "Cerciello non avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva. E’ stato ucciso con undici coltellate in meno di trenta secondi. Non c’è segno di un attacco di Cerciello o di un tentativo di strangolamento", ha sottolineato il pm.
"Il passaggio alle spalle di soppiatto dei due carabinieri non e’ ragionevole. E il collega Andrea Varriale non è potuto intervenire in soccorso di Cerciello in quanto assorbito dalla colluttazione con Natale. Il mio compito è quello di dimostrare che il carabiniere Cerciello è morto solo per mano dei suoi assassini. Non per concause. Lui avrebbe voluto raccontarcelo, ma non può farlo", ha continuato il pm. "Cerciello - ha spiegato Calabretta alla Corte d'Assise - è stato ammazzato per 70 euro e un piatto di cocaina". "Non si sono preoccupati della salute della vittima, sono scappati e hanno nascosto il coltello", ha concluso il magistrato parlando dei due imputati. Inoltre, secondo il pm di Roma Maria Sabina Calabretta, nella morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega "c'è stato il contributo di entrambi e la consapevolezza piena di entrambi".
Omicidio Cerciello, pm: "Cerciello e Varriale si erano qualificati"
Per il pm Maria Sabina Calabretta "non fu legittima difesa. Entrambi gli imputati sono andati all’incontro preparandosi, erano pronti a tutto anche allo scontro fisico per raggiungere il loro obbiettivo", ricordando che anche il militare Andrea Varriale, fu coinvolto nella colluttazione, riportando lievi lesioni. "I due carabinieri si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio: si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello non è stato ammazzato con una coltellata, ma con undici fendenti. La giovane età degli imputati e il fatto che siano incensurati non tolgono gravità ai fatti", ha ribadito il pm. "Tutti i reati che abbiamo contestato sono gravi, certo il più grave è l'omicidio. Ma è grave anche l'estorsione perché i due non volevano solo recuperare il denaro, ma ci volevano anche guadagnare un grammo di coca", conclude il magistrato.