Cronache
Oncologo arrestato a Bari, la difesa: "Quali mazzette? Erano un regalo"
Soldi dai pazienti malati di tumore per “saltare la fila”: l’oncologo primario Vito Lorusso ha sostenuto alla giudice di non aver mai chiesto denaro
Oncologo arrestato a Bari finisce ai domiciliari. Il giallo delle mazzette
“Mai chiesto denaro ai miei pazienti. I 200 euro che mi sono stati consegnati il 12 luglio erano a titolo di amicizia e riconoscenza da una persona che seguo da anni”: è questa la linea difensiva di Vito Lorusso, oncologo primario dell’ospedale Giovanni Paolo II di Bari arrestato in flagranza per concussione e peculato solo tre giorni fa. Interrogato dalla giudice ha ribadito la sua innocenza, rimarcato come quei soldi ricevuti dai pazienti malati di tumore non erano mazzette, ma appunto "regali", atti di riconoscenza. Nel frattempo, la gip ha concesso i domiciliari al primario.
Riavvolgendo il nastro della vicenda, per gli inquirenti, sono però diversi gli episodi di concussione di cui il primario deve rispondere: nel solo verbale di arresto, si legge su Repubblica, "si fa riferimento ad altre quattro consegne di denaro avvenute l’11 luglio e una il 21 giugno". Le indagini infatti sono in corso da diversi mesi e si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali: gli uomini della sezione di pg della questura hanno piazzato telecamere nello studio dell’oncologia dell’Irccs e osservato la consegna dei soldi.
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Dai video, scrive sempre Repubblica, "sono state tratte alcune delle prove su cui la pm ha basato la richiesta di arresto in carcere; ma i difensori hanno precisato che l’udienza di convalida riguardava il solo episodio per quale era stato fatto l’arresto in flagranza e quindi soltanto su quello Lorusso avrebbe risposto, rinviando ulteriori spiegazioni ai momenti successivi all'applicazione di un’eventuale misura".
Il medico ha poi spiegato che "il rapporto con la persona che ha consegnato i 200 euro risale a diversi anni fa ed è nato in seguito alla segnalazione del suo caso da parte di un’amica in comune: l’uomo era stato operato a Milano per un tumore e aveva subito l’asportazione di un polmone; tornato in Puglia si era affidato alle cure di Lorusso e si era instaurato un rapporto di amicizia".