News

Roccaraso, dalle gite organizzate agli insulti contro i napoletani: così un video su Tik Tok mette ko turismo e reputazione

Da un’ondata di turismo low cost nata su TikTok a un caso mediatico nazionale: il fenomeno Roccaraso tra critiche al turismo mordi e fuggi, accuse di riciclaggio e una tempesta di commenti antimeridionali

di Redazione

Overtourism a Roccaraso: polemiche e hate speech contro tiktoker e turisti napoletani

TikTok è ormai in grado di influenzare consumatori, elettori e persino flussi turistici. La scorsa settimana, la piattaforma ha alimentato il fenomeno dell’overtourism nella località abruzzese di Roccaraso, diventato rapidamente un caso mediatico. Secondo i media, tutto è partito dai video di una popolare tiktoker napoletana, Rita De Crescenzo, che al grido di "Tutti a Roccaraso!" ha scatenato un'ondata di gite low cost organizzate tramite TikTok, portando 10.000 turisti in una località non attrezzata per accoglierli.

La sequenza degli eventi è chiara: i video di Rita De Crescenzo a Roccaraso risalgono al 21 gennaio, mentre il picco dell’overtourism si registra nel weekend del 25. Tuttavia, il dibattito online esplode solo la settimana successiva, quando iniziano a circolare video che mostrano i danni lasciati dai turisti e i pacchetti vacanza a prezzi stracciati. L’attenzione mediatica si intensifica ulteriormente quando i principali quotidiani italiani ripubblicano i contenuti della tiktoker e la intervistano, mentre commentatori come Giuseppe Cruciani de La Zanzara e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli entrano nel dibattito.

La risposta della community di TikTok è immediata: molti creator rilanciano l’invito per il weekend successivo, alimentando il timore di un secondo assalto ancora più caotico. Per prevenire nuovi disagi, il sindaco di Roccaraso annuncia misure restrittive, mentre le forze dell’ordine avviano un’indagine per riciclaggio, a causa della sospetta circolazione di ingenti somme di denaro in contanti, in particolare banconote da venti euro. Alla fine, complice anche la mancanza di neve, il temuto bis non si verifica. Il weekend si chiude con un nuovo annuncio di Rita De Crescenzo: la sua prossima meta sarà Ovindoli, un'altra località sciistica abruzzese.

Dai social ai media tradizionali: un’escalation di attenzione

Il fenomeno ha avuto origine su TikTok, dove i 100 video più popolari sull’argomento hanno totalizzato quasi 40 milioni di visualizzazioni. Ma da lì si è diffuso rapidamente su tutti i social media e, infine, sulle principali testate giornalistiche nazionali. Un'analisi condotta in esclusiva per il programma Agorà di Rai 3 dal team di Socialcom, utilizzando la piattaforma Socialdata, ha esaminato oltre 18.000 post sull’argomento, che hanno generato quasi un milione e mezzo di interazioni tra click, commenti e condivisioni. Il principale motore dell’attenzione è stata proprio Rita De Crescenzo, il cui personaggio è stato portato all'attenzione del grande pubblico dalle principali testate giornalistiche e tv nazionali. Oltre alla sua popolarità su TikTok, si è parlato anche di aspetti personali, come la sua gravidanza a 12 anni e un passato di rapporti difficili con la giustizia. Curiosamente, i video di Rita a Roccaraso non sono tra i più visti del suo repertorio. Il più popolare di questi, con circa 2 milioni di visualizzazioni, la ritrae mentre brinda con uno spritz sulla pista da sci, ballando una canzone sugli hater di Napoli. In passato, alcuni suoi video hanno superato i 6 milioni di visualizzazioni.

Dal dibattito alle tensioni sociali

Rita De Crescenzo esibisce in modo ironico molti degli stereotipi associati alla cultura napoletana, suscitando reazioni opposte: adorazione da parte dei suoi fan e insulti feroci da parte dei detrattori. Tuttavia, il sentiment più negativo e i commenti più violenti non sono rivolti solo alla tiktoker, ma ai turisti mordi e fuggi, presi di mira non per il loro comportamento, ma per la loro origine napoletana. Il fenomeno ha rivelato un’ondata di antimeridionalismo inquietante: ogni aspetto dell’identità napoletana è diventato bersaglio di scherno o attacchi verbali. Dalla lingua—con il virale "Manueleee", grido della De Crescenzo rivolto al figlio che imparava a sciare—al cibo, con critiche ai panini portati da casa, alle lasagne in teglia e, ovviamente, alla pizza. Anche il modo di viaggiare è stato oggetto di attacchi, con polemiche su bus stracolmi e parcheggi azzardati, così come l'abbigliamento—le tute da sci anni '80 affittate nei negozi vintage—e la socialità, per la forte presenza di gruppi numerosi di amici e famiglie. Ma non solo turisti e tiktoker sono stati colpiti dalle critiche. Anche Roccaraso ha visto la propria reputazione messa a rischio: la vicenda ha avuto eco internazionale, con articoli sulla "località sciistica invasa e deturpata". Nei gruppi Facebook locali, frequentati da operatori turistici e visitatori abituali, si trovano sia post critici in linea con il dibattito nazionale, sia difese della località contro quella che viene percepita come un’esagerazione mediatica.

Non solo conflitto: l’ironia dei meme

Nonostante il clima acceso, il caso Roccaraso ha dato vita anche a una ricca produzione di meme, che hanno contribuito ad alleggerire i toni e a rendere la vicenda ancora più virale. "Una storia diventa virale quando racconta emozioni e porta alla luce tensioni sociali e culturali in cui tanti si riconoscono e vogliono esprimersi", spiega Luca Ferlaino, fondatore di Socialcom, nel corso di Agorà su Rai 3. "Da un lato, nascono critiche costruttive e una maggiore consapevolezza su fenomeni in crescita come l'overtourism; dall’altro, la mancanza di moderazione fa esplodere conflitti che sfociano in aggressioni verbali e danneggiano la reputazione di singole persone, intere comunità e località turistiche". 

SCARICA E LEGGI IL REPORT