Cronache
Palamara, Cantone riapre il caso. "Si mosse per Amara in Cassazione"
Secondo quanto riporta Repubblica, l’ex pm avvicinò per conto dell’avvocato un presidente di Corte a proposito di un processo
Politica e giustizia, non è ancora finita: aperti nuovi filoni di inchiesta
La vicenda Palamara non è ancora finita. Come scrive Repubblica, i pm umbri guidati da Raffaele Cantone "hanno aperto nuovi filoni di inchiesta. Uno su tutti: quello che riguarda l’ormai ex magistrato Luca Palamara, già pm di Roma ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che Amara in qualche modo aveva agganciato. E che, secondo la ricostruzione degli inquirenti di Perugia, per lui si era anche mosso «trovando la strada — si legge nelle 167 pagine della richiesta di archiviazione del caso Loggia Ungheria — per quantomeno provare a interferire sul corso dei procedimenti penali». Non una strada qualsiasi: Palamara si muove in Cassazione arrivando a parlare prima con un relatore, poi con lo stesso presidente della Corte, Giovanni Canzio, per informarsi su un procedimento che stava a cuore all’avvocato siciliano".
Palamara: "Loggia Ungheria non esiste, ma sulle persone coinvolte resta lo stigma"
Ieri, intanto, Palamara aveva rilasciato un'intervista all'AdnKronos dopo la richiesta di archiviazione sulla Loggia Ungheria. "Per poter commentare compiutamente le determinazioni della Procura di Perugia bisognerebbe leggere gli atti. Contrariamente a quanto emerge dalla lettura di alcuni quotidiani di parte, i cittadini hanno il diritto di essere correttamente informati e al momento posso solo apprezzare il carattere tecnico del comunicato stampa rilevando come Amara sia stato definito inattendibile. Mi auguro che si prosegua nell'accertamento dei motivi che hanno spinto Amara a rendere tali dichiarazioni. E necessario per un dovere di verità e per capire perché, ad esempio, in una mail del 24 aprile 2020 indirizzata dal Procuratore aggiunto Laura Pedio a Storari si parla di un atteggiamento collaborativo rilevante nei contenuti da parte di Piero Amara? Il Csm o l'Anm sono interessati a capire cosa accadde o forse è materia di una commissione di inchiesta?". Così l'ex capo dell'Anm.
"L'esistenza di una associazione non ha, solo per questo, rilevanza penale - spiega Palamara-, quello che pare essere stato escluso dalle indagini è la sussistenza del reato previsto dalla legge Anselmi, mentre appare chiaro che non tutta l'inchiesta sia stata destinata all'archiviazione. Sarebbe poi interessante comprendere se il filone fiorentino dell'inchiesta sia giunto al termine, anche se dal comunicato si evince un coordinamento, anche prossimo, con la Procura di Milano che però sicuramente era coinvolta nella vicenda in questione. E' bene ricordare che a Firenze è stata inoltrata la posizione dell'ex procuratore di Perugia Luigi De Ficchy".
"Certamente le fughe di notizie hanno danneggiato l'indagine - sottolinea Palamara-, ma ciò anche nel senso che quelle persone che, direttamente od indirettamente, sono state chiamate in causa rimarranno comunque con lo stigma senza che le loro posizioni, per scelta della Procura di Perugia, siano sottoposte al vaglio del Gip. Per il resto, come ho scritto nel libro 'Lobby e logge', ciò che chiaramente non è mai esistito è che questa Loggia abbia inciso sul meccanismo degli incarichi direttivi e tanto meno sulla nomina del Procuratore di Milano nel 2016. In quel caso la nomina di Francesco Greco fu il frutto di un accordo tra le correnti e la politica". Di una cosa Palamara appare certo: "Il capitolo Ungheria non è affatto finito. Si stanno aprendo molti procedimenti per calunnia e sicuramente ci saranno altri colpi di scena".