Cronache

Nullità dei matrimoni, svolta del Papa. Processi gratuiti

Accogliendo quanto avevano chiesto i vescovi di tutto il mondo nei Sinodi del 2005 e del 2014, Papa Francesco ha varato una riforma delle cause di nullità matrimoniali che rende più rapide e meno costose le procedure, attribuendo al vescovo diocesano la responsabilità di essere lui stesso il giudice competente a pronunciare la sentenza quando le ragioni della nullità sono evidenti o riguardano la mancanza di fede che può aver viziato il consenso dei coniugi.
 
Le nuove regole consentiranno "la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve", affidato direttamente al vescovo diocesano del quale si ribadisce così la funzione giurisdizionale, quando "si annoverano per esempio quella mancanza di fede che può ingenerare la simulazione del consenso o l'errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l'aborto procurato per impedire la procreazione, l'ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l'occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica per estorcere il consenso, la mancanza di uso della ragione comprovata da documenti medici".
 
Con la riforma varata da Papa Francesco, anche quando il vescovo stabilisce che si faccia un processo ordinario, esso dovrà celebrarsi entro un anno al
 massimo, e la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello o le motivazioni dell'appello saranno manifestamente infondate. Non ci sarà più bisogno dunque di due sentenze conformi, esigenza che allungava notevolmente i tempi.
 
Alle due lettere motu proprio datae varate dal Papa, uno per il rito latino, l'altro per quello orientale, ha lavorato con grande impegno una Commissione istituita appena l'anno scorso. L'iter individuato è breve ma non può essere definito sommario né amministrativo, in quanto il vescovo eserciterà pienamente la funzione giurisdizionale tutelando la verità nei singoli casi.
 
La riforma delle nullità matrimoniali rappresenta una prima risposta alle attese dei divorziati risposati che chiedono di poter tornare a ricevere l'Eucaristia, molti dei quali si trovano proprio nelle condizioni elencate dal Papa nel suo motu proprio: la riforma tiene conto infatti anche del motivo principale per il quale è richiesta la nullità matrimoniale, cioè il desiderio di perfezionare una nuova unione stabile e felice tornando a vivere i sacramenti. Le linee della riforma, che possiamo certamente definire storica, sono quelle indicate da Benedetto XVI all'inizio del suo Pontificato.