Cronache
Parma, sequestrati 912mila euro all'ex dirigente di una multinazionale
L'azienda parmigiana è leader mondiale all'interno del settore del "pipeline", ovvero degli oleodotti
Corruzione tra privati e frode fiscale: sono i reati contestati a vario titolo ad un ex dirigente di una multinazionale parmigiana leader mondiale nel settore del 'pipeline' e a un imprenditore di Fidenza che hanno portato i finanzieri di Parma ad eseguire un decreto di sequestro preventivo, emesso dal tribunale del Riesame della città ducale, per la somma di 912mila euro. Nell’operazione delle Fiamme Gialle denominata 'Alta infedeltà' la multinazionale è ritenuta parte lesa. L’inchiesta coordinata dal pm Francesca Arienti fa seguito ad una ispezione di una società fidentina attiva nel settore della robotica ed automazione industriale, fornitrice della multinazionale.
Durante il controllo fiscale, l’attenzione dei finanzieri si era fin da subito focalizzata su presunte consulenze tecnico-commerciali, nel settore della saldatura, del valore complessivo di circa un milione di euro, rese da una società con sede a Cipro e conto corrente bancario presso un istituto svizzero e connesse con la realizzazione di macchinari robotici, a loro volta commissionati dalla multinazionale. Il principale indagato rivestiva un doppio ruolo: dirigente – infedele secondo l’accusa - del settore saldatura della multinazionale committente della società fidentina, e procuratore della società cipriota. L’uomo, questo il quadro accusatorio, aveva creato una società di diritto cipriota (per la gdf una “scatola vuota”) con il compito di fatturare alla società fidentina, fittiziamente, consulenze commerciali, già rese nella diversa qualità di dirigente della multinazionale, per un importo di 10 mila euro per ogni macchinario acquistato dalla stessa multinazionale.
In altre parole - questa la ricostruzione della Procura - il prezzo delle consulenze fittizie mascherava il prezzo del patto corruttivo tra il dirigente e l’imprenditore fidentino, ai danni della multinazionale. In base a questo scenario, inquirenti ed investigatori, hanno calcolato che dal 2013 al 2016 il dirigente sarebbe così riuscito ad incassare all’estero somme considerevoli, pari a circa un milione di euro in totale anonimato (in merito, la società multinazionale danneggiata ha sporto formale querela). La Procura di Parma ha quindi chiuso le indagini nei confronti dell’ex dirigente per cui si ipotizzano i reati di dichiarazione infedele, emissione di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Fine indagini anche per il rappresentante legale dell’azienda fidentina, per l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Ad entrambi, infine, si contesta il reato di corruzione tra privati ai danni della multinazionale.