Cronache

Pedofilia, Ratzinger nella bufera: 547 bimbi abusati nel Coro del fratello

Cinquecento bambini subirono abusi corporali, sessantasette furono violentati. La denuncia shock: il fratello Georg sapeva e non intervenne

Josef Ratzinger e il Vaticano sono finiti nell'occhio del ciclone per l'ennesimo scandalo pedofilia negli ambienti ecclesiastici. L'ex Pontefice e Papa emerito, in particolare, viene chiamato prepotentemente in causa dai media tedeschi per una sordida vicenda che coinvolge il fratello Georg Ratzinger, che dal 1964 al 1994 rivestì la carica di direttore del coro del Duomo di Ratisbona. Sarebbero almeno 547 i bambini di suddetto coro che, tra il 1945 e il 1992, hanno subito violenza, come sostiene il rapporto conclusivo di una inchiesta avviata nel 2015 al riguardo. Il rapporto è stato divulgato oggi in una conferenza stampa in Germania dall’avvocato Ulrich Weber.

Precisamente, che cosa c'entra in tutto questo Georg Ratzinger, fratello dell'ex Papa Benedetto XVI? Ebbene, il rapporto dell'avvocato Weber gli attribuisce delle «corresponsabilità», poiché - citiamo testualmente - gli va «rinfacciato di aver fatto finta di non vedere, e di non essere intervenuto nonostante sapesse».

Secondo la documentazione presentata, esiste «un’altissima probabilità» che circa cinquecento bimbi siano stati sottoposti ad abusi corporali, e almeno sessantasette siano stati violentati. Violenze e sevizie di cui l'avvocato Weber ha asserito siano stati identificati ben quarantanove responsabili. «Nella scuola del coro», denuncia il rapporto, «dominavano paura e senso di impotenza e la violenza era un metodo applicato quotidianamente per raggiungere il massimo dei risultati seguendo un'assoluta disciplina.

A quanto pare nel 2010, periodo in cui fu sollevato per la prima volta il caso in questione, il fratello di Papa Ratzinger aveva dichiarato di essere stato messo al corrente di quanto avveniva nella scuola del coro, ma liquidò in fretta la questione sicuro di non «dover intervenire in qualche modo». Georg Ratzinger sapeva insomma delle violenze fisiche e lo ammette, ma dichiara di non essere mai stato al corrente delle violenze sessuali. Del resto, secondo il reportage della Passauer Neuen Presse risalente al 2010, Georg confessò di aver assestato qualche ceffone ai bambini fino almeno agli anni Settanta, e si dichiarò "sollevato" quando, nei primi anni Ottanta, le punizioni corporali furono proibite dalla legge.

Sempre nel 2010, anno in cui come si è già detto scoppiò lo scandalo per la prima volta, Gerhard Ludwig Muller, l'allora vescovo di Ratisbona ed ex prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina delle Fede, confermò la voce di abusi corporali nell'ambito del coro, scagionando tuttavia Georg Ratzinger poiché gli atti di pedofilia denunciati non coincidevano con il periodo in cui il fratello maggiore del Papa aveva ricoperto il proprio incarico di direttore. Nel rapporto conclusivo dell'avvocato Weber, le accuse vengono estese anche all'ex vescovo Muller per il lassismo «strategico, organizzativo e relativo alla comunicazione» con cui venne fronteggiato lo scandalo. Fu proprio Joseph Ratzinger a nominare capo del Sant'Uffizio Muller nel 2012, carica da cui Papa Bergoglio lo ha sollevato da qualche giorno. Alle vittime si pensa di offrire delle compensazioni economiche che oscillano fra i cinque e  i ventimila euro a testa entro la fine del 2017, come ha fatto sapere Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona attualmente in carica.