Cronache

Pescatori Libia: "Fine di un incubo.Usciti dalla galera,c'erano uomini armati"

Dopo 108 giorni di prigionia i pescherecci invertono la rotta e tornano in Italia

Pescatori Libia: "Fine di un incubo. Usciti dalla galera, c'erano uomini armati"

E' finito ieri l'incubo dei 18 pescatori rapiti in Libia. Un blitz del premier Giuseppe Conte a Bengasi, accompagnato dal ministro degli Esteri Di Maio ha chiuso una vicenda drammatica. "Questi cento e passa giorni in Libia sono stati i più lunghi della mia vita. Non passavano mai. È stato brutto, difficile. Ed è stata una galera...". Queste le prime frasi di un pescatore, subito dopo la liberazione. Eravamo rinchiusi - si legge sul Corriere della Sera - a due passi dal nuovo molo, sempre nell’area portuale. In un edificio che per accesso ha un varco presidiato da uomini armati. Siamo, liberi. Ci hanno fatto uscire dalla casa e ci hanno portato qui sul ponte dei pescherecci. Insomma, non siamo più in galera".

Nel diario di questi 108 giorni - prosegue il Corriere - riecheggia più volte la parola galera. E come passavate le giornate? "Pochi contatti con gli addetti alla sorveglianza, nessuno con l’esterno". Per Giacalone un pensiero continuo a quanti lo attendevano a casa. Anche al padre, Pietro, un pescatore pronto a fare i primi calcoli nautici: "Sono circa 410 miglia, diciamo due giorni di navigazione... Sabato notte insieme". E il figlio ancora lontano gli dice "la cosa più bella". Una frase che pone davvero fine all’incubo: "Ora lasciatemi in pace che devo accendere i motori".