Cronache

Vicenza, falde acquifere inquinate con sostanze Pfas. Chiusa l'inchiesta

La Procura della Repubblica di Vicenza ha concluso le indagini preliminari relative all'inquinamento da sostanze Pfas

Pfas: Procura Vicenza chiude fascicolo per inquinamento delle falde acquifere

La Procura della Repubblica di Vicenza ha concluso le indagini preliminari relative all'inquinamento da sostanze Pfas che sarebbe stato causato dalla Miteni di Trissino (Vicenza). L'inchiesta riguarda l'inquinamento delle falde acquifere relativa alla dispersione di sostanze perfluoroalchiliche. La chiusura del fascicolo avviene dopo due anni di perizie, indagini, ricerche e approfondimenti da parte della procura di Vicenza sulla contaminazione delle acque da Pfas. Tra i 13 indagati, vi sono quattro manager giapponesi di Mitsubishi, quattro di Icig, la multinazionale subentrata a quella nipponica, e cinque direttamente collegati a Miteni. Per tutti il sospetto e' che - almeno fino al 23 luglio 2013 - abbiano saputo del rischio di inquinamento, ma non abbiano fatto nulla per evitarlo.

PFAS, M5S: "BENE PROCURA DI VICENZA, DA ANNI CHIEDE SI FACCIA LUCE SULLA QUESTIONE"

“Esprimiamo molto soddisfazione nell’apprendere la notizia di chiusura delle indagini preliminari sull'inquinamento da Pfas causato dalla Miteni a Trissino e del relativo rinvio a giudizio di tredici indagati per avvelenamento delle acque e disastro innominato”. Ad affermarlo sono i deputati e consiglieri del M5S Veneto insieme al vicepresidente Zolezzi. “Quella contro i Pfas è da sempre una battaglia storica degli esponenti del Movimento 5 Stelle, locali e nazionali, dai quali è partito l’esposto che nel 2016 si è rivelato cruciale nell’apertura delle indagini, così com’è stato fondamentale l’intervento all’epoca di Luigi Di Maio – continuano i deputati – Senza dimenticare poi le diverse azioni compiute da tutti noi una volta al Governo, ultima in ordine di tempo la conferenza stampa della scorsa settimana alla Camera le Mamme NoPfas a cui ha partecipato anche il Ministro Costa, da subito in prima linea in questa importante battaglia. La buona notizia è che finalmente sono entrati a pieno titolo tra gli indagati i colossi Mitsubishi e ICIG, i quali non essendo falliti come Miteni dovranno risarcire il danno ambientale creato, nonché le spese x la bonifica e x i filtri".

“Stupiscono infine le parole di alcuni colleghi del Pd da sempre defilati sulla vicenda e ora pronti a fregiarsi di chissà quali meriti, a quanto pare senza leggere neppure le carte. Il filone di indagine infatti si ferma al 2013 mentre gli ecoreati entrano nel codice penale nel 2015 quindi sembra inapplicabili. A differenza di quanto sostengono, non sappiamo infatti se la Procura abbia preso in considerazione il reato di disastro ambientale, un illecito, è bene sottolinearlo, esistente grazie al nostro Salvatore Micillo, primo firmatario della legge sugli Eco-Reati, che speriamo venga applicata al più presto anche al caso Miteni”.